Manga : Cercando il perfetto connubio

Iwama Sôtatsu, poeta di haiku, è un uomo felice quando mangia e beve del buon sakè, approfittando del piacere del momento presente, in accordo e armonia con le stagioni e la natura. / © Razwell Hosoki / Nihon Bungei Sha 1996


Per far rivivere il gusto del sakè, la maggioranza dei manga ad esso dedicato mette l’accento sull’associazione gourmet con la cucina giapponese, washoku, parola giapponese che indica e racchiude l’armonia del cibo. Dichiarato patrimonio immateriale dell’umanità dall’Unesco nel 2013, washoku rappresenta la spiritualità, l’equilibrio nutrizionale e salutare, la socialità, l’estetica e l’attenzione alla territorialità e alla stagionalità, e si fonda su conoscenze, competenze e pratiche tradizionali di scelta, lavorazione, e consumo del cibo, in correlazione costante con l’utilizzo sostenibile delle risorse naturali. Il manga Wakako zake, firmato da Shinkyû Chie (inedito nel nostro Paese), racconta in episodi molto brevi come una giovane impiegata dell’ufficio Murasaki Wakako inizi ad interessarsi alle bevande alcoliche in associazione alle sue scoperte culinarie. Durante tutto il primo episodio, apparso nel 2011, facciamo la conoscenza di Wakako mentre è al bancone di un piccolo ristorante, intenta a consultare la carta dei jizake, ovvero i sakè del territorio, per scegliere quello che meglio si accompagna al salmone grigliato (shake no shioyaki). Sola al bancone, la sua presenza incuriosisce in un luogo frequentato in prevalenza da uomini, e l’emozione che lei manifesta degustando il suo piatto e il suo sakè suscitano ancor più l’interesse dei vicini. L’intento, ovvio, non è quello di trasformare il lettore in uno specialista di sakè, capace di spiegare la differenza tra un junmai e un ginjô, ma è quello di evidenziare ciò che il personaggio sente mentre abbina cibo e bevande. La presenza di numerose onomatopee e la scelta del mangaka di descrivere in dettaglio le successive fasi della degustazione, concentrandosi sulle reazioni di Wakako, permette di dare forza a un racconto il cui tema ripetitivo potrebbe altrimenti annoiare. Ritroviamo facilmente negli atteggiamenti di questa giovane donna quella del Gourmet solitario (Kodoku no gurume, inedito in Italia) in cui il racconto era scandito sempre dal tema cibo e bevande. Wakako zake ha riscosso un grande successo nell’arcipelago, dove sono già stati editati undici racconti e realizzato anche un adattamento televisivo sia in versione fiction (tre stagioni, 2015-2017) che animazione (2015). Il pubblico femminile ha apprezzato in particolare la spontaneità del personaggio e la semplicità con la quale si interessa alla degustazione del sakè. Wakako ben rappresenta e incarna il cambiamento sociale del Giappone, Paese in cui le donne, ancora fino al XIX secolo, bevevano il sakè solo il giorno del loro matrimonio. Eppure, prima di aderire al modello occidentale per cui le “donne per bene non bevono alcool”, le giapponesi ne consumavano, come lo dimostra la famosa raccolta di poesie Man’yôshû, la più antica collezione di poesie di waka giunta fino a noi. Risalente all’epoca Heian (794-1185) raccoglie diversi poemi che fanno menzione delle preferenze femminili per questa bevanda. Persino il padre degli studi sul folclore giapponese, Yanagita Kunio, ci ricorda che sino al XV secolo, in tutte le fabbriche di sakè, erano le donne le responsabili della produzione e del servizio. Non stupisce quindi che alcune donne (v. pagg. 8-10) stiano riavvicinandosi a questa antica tradizione divenendo tôji (mastro) e che appaiano sul mercato manga in cui le donne sono le vere esperte di questa bevanda divina. Ippon!! Shiawase no nihonshu (non edito in italiano) di Masuda Masafumi e Matsumoto Kyûjo, si differenzia da Wakako zake per la cura e l’attenzione che gli autori mettono alla messa in valore del sakè e al ruolo attribuito alla loro eroina, Sasa Takeha, per riuscire in questa impresa. A soli 24 anni, questa semplice impiegata del grande magazzino Kuroki, vede il suo destino professionale totalmente stravolto il giorno in cui il suo capo le affida la missione di riunire i migliori nihonshu per il 50° anniversario dell’azienda. Dal 2015 le avventure di questa giovane donna appassionano le lettrici, affascinate dalla curiosità con la quale si addentra nel mondo del sakè, accompagnando il lettore in un viaggio attraverso tutto il Giappone e acquistando così una expertise unica che le consentirà di superare il responsabile (uomo) della sezione sakè della sua azienda! Ecco così che comincia per lei una nuova vita, una cui tappa fondamentale sarà un viaggio nella prefettura di Akita, dove incontrerà Satô Jôji, il gioviale responsabile di Hinomaru Jôzô, uno dei laboratori di sakè più emblematici del Paese, che gli farà visitare e conoscere la sua meravigliosa fabbrica fondata nel 1689. Lì Sasa vi degusterà il raro Umakaramansaku, uno speciale sakè con un tasso di purezza al 55%, che la incanterà. Alla fine di ogni capitolo una scheda dettagliata sul sakè e i suoi produttori permette al lettore di approfondire la conoscenza dei prodotti menzionati. Gli autori del manga Horoyoi shubô hanno fatto qualcosa di simile, proponendo alla fine di ogni racconto una nota sulle bottiglie presentate accompagnate anche da un piatto regionale. Nogami Hironobu e Nagao Tomohisa non puntano su un pubblico esclusivamente femminile benché i protagonisti siano un uomo e una donna, colleghi di lavoro. Ueno Hiroki e la sua collega Murata Kyôko vanno insieme in diversi ristoranti alla scoperta dell’abbinamento perfetto tra piatto e bevanda. Hiroki è l’archetipo dell’impiegato giapponese mentre Kyôko è più dinamica e intraprendente. L’idea del manga è quella di presentare e far conoscere prodotti alcolici rari, attraverso i quali si svelano alcuni lati del carattere dei personaggi, in un parallelismo inedito. Vengono descritti anche, oltre al sakè , diversi tipi di shôchû, alcool distillato molto apprezzato in Giappone.