Una delle costruzioni più notevoli del quartiere si trova proprio accanto alla stazione; si tratta dell’edificio Yasuyo, creato nel 1969 dall’architetto Taniguchi Yoshiro che deve la sua notorietà anche a Kakiden, un ristorante che occupa tre piani e la cui decorazione è stata concepita da Taniguchi stesso.
Proseguendo per la via di Shinjuku (Shinjuku dori), non si può non menzionare l’edificio principale, la libreria Kinokuniya (1964). Stretta tra due costruzioni di minore importanza, si potrebbe facilmente perdere di vista, ma per oltre cinquant’anni ha rappresentato il cuore della scena culturale locale di Shinjuku, che aveva anche numerosi caffè e jazz club. Uno dei più celebri, il Pit Inn, si trovava giusto accanto a Kinokuniya. Aperto nel 1965, questo edifico di 40 posti divenne presto il luogo preferito dai musicisti jazz locali, tra cui il sassofonista Watanabe Sadao, il pianista Yamashita Yosuke, il trombettista Hino Terumasa e la cantante Asakawa Maki. Il Pit Inn ha traslocato tre volte e attualmente si trova in una piccola via ad est del quartiere.
Evocando caffè scomparsi, non possiamo non citare il mitico Fugetsudo dove, alla fine degli anni sessanta, si riunivano tutti i ribelli e gli artisti dell’epoca, come Takiguchi Shuzo, Shiraishi Kazuko, Tanikawa Shuntaro, gli attori Mikuni Rentaro e Kishida Kyoko, e, ovviamente, l’artista polivalente ed “enfant terrible” Terayama Shuji (la cui base principale era in realtà Shibuya). Maro Akaji, maestro di danza buto, racconta che è stato proprio lì che ha incontrato per la prima volta il drammaturgo Kara Juro (all’epoca occupato a plasmare il suo “teatro di situazione” all’interno della celebre tenda rossa). Poi sono arrivati gli hippies, verso la fine del decennio, inizialmente per vendere e comprare marijuana e LSD. Purtroppo il luogo è stato chiuso nel ’73, ma si può ancora godere di questa atmosfera retro tipica dei caffè dell’epoca (benché ora decisamente più borghese) a L’Ambre, molto vicina al luogo in cui sorgeva il vecchio Fugetsudo.
Vicino a L’Ambre si trova un altro punto di riferimento di Shinjuku, il grande magazzino Isetan. Questo gigantesco edificio è stato costruito nel1933 nello stile art-deco allora molto in voga ed è miracolosamente sopravvissuto ai raid aerei. Oggi è considerato il volto di Shinjuku e insieme uno dei grandi magazzini tra i più importanti del Giappone. Vale la pena andarci per osservarne i dettagli architettonici anche se non siete in vena di shopping. Il luogo è particolarmente affollato durante le vacanze; immaginate quindi lo choc quando la stazione di polizia situata di fronte fu incendiata, la vigilia di Natale del 1972. A circa un centinaio di metri dalla stazione di polizia di fronte a Isetan, sul viale Meiji, si trova l’Art Theater Shinjuku Bunka che esisteva già all’epoca. La sola differenza è legata al fatto che fino a circa cinquant’anni fa questo luogo era, insieme al Sasori-za, il Teatro Scorpion, situato nel sottosuolo, il cuore dell’avanguardia cinematografica del Giappone. Vi si proiettavano film d’arte e di saggi sia stranieri sia opere di talenti locali ancora in divenire (vedi p.12). Ora, purtroppo, è un cinema qualunque.