Tôkyô non è mai stata una regione interessante per la viticoltura, ma ho recentemente sentito parlare di un progetto nel distretto di Nerima.
T. S. : È un’area viticola in cui si usa una varietà di uva da tavola che cresce in questa regione e si chiama Takao. Che ci crediate o no esiste anche un viticoltore, ribattezzato Fukagawa, nel quartiere di Kôto. Sicuramente non ci sono dei vigneti in questo quartiere, non sarebbe corretto parlare di viticoltura. Si limita a comprare dell’uva altrove e a produrre il suo vino, che venderà in seguito nel suo ristorante. Se la capitale è piena di sorprese, addirittura nel campo della vinificazione, questi due progetti sono vini minori che non possono essere paragonati a marchi molto più importanti. Più che a Tôkyô, la prefettura di Saitama, al nord, sembra essere promettente in questo campo, dato che ci sono tutte le condizioni necessarie perché vengano intrapresi grandi progetti.
Secondo lei qual è il miglior modo di degustare il vino giapponese?
T. S. : I vini locali sono freschi e leggeri, come piacciono ai giapponesi. Qualcosa come il vino bianco Kôshû accompagna molto bene la cucina giapponese, in particolare quella tradizionale proposta dai ristoranti. Si sposa quindi alla perfezione con un piatto di tempura, di sushi o di pesce bianco, di salmone o di capesante, ma non con uno di tonno.
Inoltre un vino rosso interessante, recentemente riconosciuto a livello internazionale, è prodotto da una varietà di uva di Niigata, chiamata Muscat Bailey A. Ha un sapore di fragola, che lo rende adatto ai piatti di pesce, maiale e pollo, cucinati alla teriyaki.
Pensa che il vino giapponese abbia un futuro a livello internazionale?
T. S. : Da quando è stata emanata la nuova legge lo scorso anno, che stabilisce delle regole più rigide su cosa possa essere definito “vino del Giappone” (nihon wain) e cosa “vino di produzione nazionale” (kokusan wain), è stato fatto un grande passo in avanti per render il vino giapponese più credibile a livello mondiale. Contemporaneamente i vigneti sorgono ormai quasi ovunque. È il momento giusto per far conoscere i grandi prodotti giapponesi, vista la tendenza generale dei consumatori, anche all’estero, a preferire vini leggeri, come quelli prodotti in Giappone. Anche in occasione del G20 tenutosi a Ôsaka a giugno, abbiamo servito solo vino locale, che ha avuto un grande successo.
Testimonianza raccolta da Jean Derome