Un viaggio in Giappone senza passare una notte in un ryokan è un errore da non fare.
Mai viaggiare senza soggiornare in un ryokan. È così che riassumerei le mie numerose visite all’arcipelago negli ultimi quarant’anni. È un po’ come se un turista straniero venisse in Italia e non bevesse almeno un caffè in un bar. Così come un caffè può costare fino a 10 euro, a seconda della città e del quartiere scelto, una notte in un ryokan può variare da una a quattro volte tanto, a seconda del luogo, della stagione e del periodo della settimana. Certo, è più costoso di una notte in un albergo tradizionale, ma è un’esperienza che trasforma un viaggio in un ricordo indimenticabile, perché le poche ore trascorse in questo luogo risvegliano tutti i sensi.
L’importanza dell’ospitalità in stile giapponese è giustamente sottolineata come motivo per soggiornare in un ryokan. Il termine « omotenashi« , reso popolare nel 2013 quando la città di Tokyo si è aggiudicata i Giochi Olimpici, è spesso associato alla qualità del servizio in queste strutture, dove il personale si prende cura dei clienti ed è in grado di anticipare i loro desideri. Questo aspetto è ovviamente importante, ma non è il fattore decisivo. Dopotutto, molti hotel classici tendono a offrire servizi su misura ai propri ospiti, ma se non si soggiorna in una struttura straordinaria, non si avranno ricordi indelebili.
D’altra parte, posso citare una moltitudine di ryokan in cui ho trascorso una sola notte, ma la cui personalità dà pieno significato a un’altra espressione giapponese, « ichi-go ichi-e« , che potrebbe essere tradotta letteralmente come « un incontro unico nella vita ». È interessante notare che questa espressione trae origine dalla cerimonia del tè, un rituale che richiede ai partecipanti di immergersi completamente in esso, di essere presenti nel corpo e nello spirito, per poterne cogliere appieno la portata. Per me, un soggiorno in un ryokan è come questo momento unico e potente, perché oltre a questa esperienza, si incontrano anche persone.
Durante la mia ultima visita in Giappone, mi sono recata a Kaminoyama Onsen, un centro termale nella prefettura di Yamagata, nel nord-ovest del paese. Dopo un po’ di ricerche, ho scelto il ryokan Saikatei Jidaiya (9-5 Hayama, Kaminoyama, tel. 023-672-2451,https://saikatei-jidaiya.jp) situato a 2 chilometri dalla stazione. Dal momento in cui ho varcato l’ingresso del ryokan, dopo essermi ovviamente tolta le scarpe, sono stata avvolta dal senso di benessere che emana sistematicamente da questi luoghi caldi per antonomasia. Accolti dall’okami che sa come mettervi subito a vostro agio, condotti in camera dal nakai che sarà sempre presente, entrerete in uno spazio in cui tutti i vostri sensi sono chiamati in causa. Entrando nella stanza sarete deliziati dall’odore caratteristico del tatami e dalla morbidezza del futon. Se aggiungiamo i momenti gastronomici e balneari – le acque del Kaminoyama Onsen sono famose fin dal VII secolo – il mio soggiorno al Saikatei Jidaiya ha confermato la mia regola per il viaggio perfetto in Giappone: una visita al ryokan, o niente!