Da tempo forzato a nascondere le proprie radici, il popolo indigeno si batte per continuare ad esistere.
Non si fermano in molti a Nibutani, un villaggio rurale dell’isola di Hokkaido, a due ore di macchina a sud-est di Sapporo. Camionisti e motociclisti in viaggio verso altre destinazioni, fanno una breve sosta alla stazione di rifornimento o al drive-in, l’unico ristorante del luogo. Il villaggio, circondato da montagne e foreste, è tagliato in due dalla statale che corre parallela al Saru, fiume sacro agli Ainu, i nativi del Giappone che hanno vissuto qui per secoli.
“Il popolo bianco”, come erano chiamati dagli etnografi nel secolo scorso, per via dei loro tratti caucasici, sono ancora poco conosciuti al di fuori del Giappone. Originari delle isole di Hokkaido e Sakhalin, che ora fa parte della Russia, furono colonizzati dai giapponesi nell’era Meiji. Nella prima metà del XX secolo vennero quasi completamente assimilati, religione e lingua furono bandite, la terra sottratta. Si stima che oggi in Giappone vi siano circa 25.000 discendenti degli Ainu, dei quali la maggior parte vive ad Hokkaido. Questo dato tuttavia non si può verificare: molti di loro preferiscono nascondere le loro origini, per evitare di essere discriminati. I tratti etnici sono adesso meno visibili, spesso impossibili da riconoscere, dopo più di un secolo di unioni con i giapponesi.
Ricordati principalmente per le labbra tatuate delle donne ed il sacrificio rituale dell’orso, gli Ainu ancora oggi combattono per essere totalmente riconosciuti. In occasione dei giochi olimpici del 2020, si stanno battendo per ottenere un riconoscimento completo, in Giappone e all’estero, in una continua lotta contro l’invisibilità. Gli Ainu hanno ottenuto lo status ufficiale di popolo indigeno del Giappone solo nel 2008, dopo una storia di assimilazione forzata, che ne ha quasi del tutto cancellato società, lingua e cultura. Attualmente, individui e gruppi di tutto il Giappone sono coinvolti nella preservazione e rivitalizzazione dei vari aspetti della cultura ainu, tra cui la lingua.