La prefettura di Hiroshima nasconde numerosi luoghi eccezionali. Fra essi, l’affascinante porto di Tomo-no-ura.
Seduto, le gambe incrociate su un cuscino nella sala di ricevimento Taichoro, il sacerdote del tempio Fukuzen-ji, spiega l’importanza dell’incredibile vista che appare alla finestra.
Circondate dal mare color zaffiro, si scorgono le isolette di Sensui e Benten. Su quest’ultima, una pagoda color arancione vivace si distingue dalla coltre di conifere scure, come una fiamma, mentre un piccolo torii sulla riva indica ai visitatori che si tratta di un luogo sacro. Nel 1711, l’emissario coreano I Pan-on, ha presentato questo scorcio come «la più bella vista del Giappone».
Ma, come prosegue il sacerdote, non si tratta solo di una bella vista. Per interi secoli, questo luogo ha avuto la funzione di calendario cosmico. “La posizione delle stelle e dei pianeti rispetto a queste isole permetteva di determinare i momenti in cui si celebravano il solstizio, l’equinozio, la luna d’ottobre e il nuovo anno”, racconta.
Tira fuori una scatola piena di vecchie reliquie: meridiane, lanterne, pergamene. Un insieme di souvenir provenienti da secoli diversi. Ogni oggetto possiede la sua storia e il sacerdote sembra pronto a raccontarle. Ma la guida si inchina profondamente, la sua testa sfiora quasi il tatami. Presenta le sue scuse, dicendo che il suo piccolo gruppo di visitatori è molto in ritardo e deve affrettarsi a raggiungere la prossima tappa del viaggio. Il religioso lo osserva con uno sguardo interrogatore, poi alza le spalle con buonumore. Assomiglia vagamente al Dalai Lama. Il tempo? Sbrigarsi? Dei concetti assolutamente estranei al suo universo.
Fuori, il sole accecante del mattino brilla sulle acque della baia di Tomo-no Ura. Tomo è un piccolo e affascinante borgo di pescatori sulla punta della penisola di Numakuma, a 14 chilometri a sud di Fukuyama, nella prefettura di Hiroshima. Taichoro è un monumento storico nazionale, costruito nel 1690 come annesso al tempio Fukuzen-ji. Veniva utilizzato come dimora per gli ospiti, per accogliere gli emissari in visita. La storia del calendario celeste è solo uno fra i mille affascinanti racconti che riguardano la cittadella.
Raccolto nel cuore della baia a mezzaluna che si affaccia sul parco nazionale del Mare interiore, Tomo è stata fonte di ispirazione per poeti e artisti nel corso dei secoli. Mille anni prima dell’arrivo del coreano I Pan-on, il Manyoshu (antologia di poemi dell’VIII secolo) comprendeva otto poemi dedicati a Tomo, compreso quello di Otomo Tabito:
«Ogni volta che scorgo il ginepro sulla spiaggia di rocce di Tomo-no-ura, mi ricordo di mia moglie che aveva l’abitudine di venire ad ammirare l’albero con me. Come potrei dimenticarlo?»
Nel 1929, il paesaggio di Tomo ha ispirato il maestro di koto Miyagi Michio (1894-1956) per comporre il suo celebre pezzo Haru no Umi (Mare di primavera). Miyazaki Hayao l’ha scelto, nel 2008, come set per il suo film d’animazione Ponyo sulla scogliera dopo aver trascorso due mesi in una casa sul porto.
Più recentemente, nel settembre del 2012, il regista americano James Mangold, in compagnia dell’attore Hugh Jackman e del resto del cast, è venuto in città per girare alcune scene del suo Wolverine. Il regista ha scelto Tomo fra più di cinquanta altri borghi giapponesi, poiché evocava in lui l’antico Giappone che aveva scoperto attraverso i film di Ozu Yasujiro. Quanto a Hugh Jackman, ha pescato nella baia e twittato dei selfie davanti all’emblematico Joyato, il faro di pietra di Tomo che risale al XVII secolo. 1300 anni dopo il poema di Otomo, il paesaggio senza tempo di questo villaggio continua a emozionare tutti quelli che lo contemplano. O almeno, quasi tutti.
Nel 1983, questo tesoro inestimabile è stato minacciato dalle autorità locali intenzionate a costruire un ponte di 180 metri proprio di fronte all’antica zona portuale, a realizzare una discarica di 4,6 ettari e un gigantesco parcheggio. Il progetto avrebbe evidentemente sfigurato questo paesaggio favoloso. Malgrado l’opposizione ostinata degli abitanti, Tomo sembrava destinata a perdere i suoi tesori. Per fortuna, le sue sorti attirarono l’attenzione di più di 45 organismi per la conservazione del patrimonio, nazionali e internazionali, fra i quali il World Monument Fund (WMF) e il Consiglio Internazionale dei Monumenti e dei Siti (ICOMOS). Il WMF ha persino messo a disposizione dei fondi per restaurare una delle antiche abitazioni di mercanti di Tomo, grazie all’aiuto di American Express. La casa è oggi un centro informazioni e una pensione.