Siete specializzati nella produzione di anime. Che evoluzione ha subito il settore nel corso degli ultimi trent’anni?
M. T.: Come mezzo per esprimere le idee in modo creativo, penso sia rimasto essenzialmente lo stesso. I due principali fattori che hanno rivoluzionato il mondo dell’anime sono l’avvento del digitale e l’espansione del mercato mondiale. Ma, sotto molti aspetti, l’animazione rimane la stessa.
Pensa che sia diventato più semplice produrre e diffondere film d’animazione?
M. T.: Penso si tratti sempre di una sfida difficile. In questo, le cose non sono cambiate. Ora che ci penso, devo dire che in Giappone, il settore dell’artigianato in generale, e non solo il mondo dei disegnatori, si è deteriorato. L’entusiasmo e i sostegni sono più deboli.
Come vede il futuro dell’animazione nei prossimi dieci anni? Nutre preoccupazioni al riguardo?
M. T.: In un clima così buio, è necessaria una rivoluzione radicale. Come ho accennato prima, l’avvento del digitale e lo sviluppo del mercato mondiale ci offrono un’opportunità unica di cambiare lo stato delle cose.
Resto persuaso poi che, indipendentemente dai cambiamenti che avverranno, l’attrazione universale per le produzioni giapponesi resterà immutata.
Cosa direbbe a tutti i creatori di anime che aspirano a realizzare un proprio film?
M. T.: Molti creatori lottano per trovare buone idee e sviluppare nuovi progetti che sperano siano ben accolti dal pubblico. Nel nostro caso il ricorso al crowdfunding ha permesso di creare questo luogo di incontro unico tra un creatore e i “consumatori”. Spero che il successo del nostro film aumenterà le chances per altri registi e relativi sostenitori di incontrarsi, e trasformare questo genere di raccolta fondi in uno strumento per generare nuove opere d’arte.
Intervista realizzata da Jean Derome