Cosa fa adesso? È ancora con le Chick Girls?
A. du J.: No. Ho deciso di fare una pausa nel dicembre scorso. Andava tutto bene ma dovevo spesso saltare la scuola a causa degli spettacoli e delle apparizioni in tv, e in più lavoravo part-time. I miei risultati scolastici ne hanno risentito e ho deciso di tornare a casa. Ne ho discusso coi miei genitori e alla fine ho lasciato definitivamente il gruppo a febbraio.
È stata una buona decisione: due altri membri hanno lasciato le Chick dopo di me e il gruppo ha finito col separarsi. È triste, ma succede spesso, soprattutto con le formazioni nuove. Ora, durante la settimana mi concentro soprattutto sui miei studi di sociologia, che voglio portare a termine presto. Studio anche giornalismo e vorrei realizzare dei documentari in futuro, oltre, ovviamente, a occuparmi di musica.
È rimasta con l’agenzia?
A. du J.: No, volevo essere completamente libera. Quando mi occuperò nuovamente di musica, voglio poter controllare la mia immagine e il modo in cui fare le cose. Attualmente lavoro su progetti di musica indipendente. C’è un autore che scrive parole giapponesi per le mie canzoni. La mia prima canzone, Cotton Candy Magical First Day, era in inglese, ma l’ho rifatta in giapponese. Lavoro anche con diversi DJ.
Questo significa che sta cercando di allontanarsi dalla sua immagine di “idol”?
A. du J.: Non necessariamente. Anche in Giappone, esistono artisti come Omori Seiko che amano giocare con la loro immagine di idol esplorando però dei temi tetri nelle loro canzoni. Oggi si moltiplicano le collaborazioni tra club DJ e artisti di anison (le sigle degli anime). La mia prima performance in diretta in Giappone, nel gennaio 2015, si è svolta proprio durante un avvenimento del genere, AniCrush!!!, a Akihabara. In un certo senso, ritorno alle origini.
Si esibiva al Sixteen, a Akihabara. Il locale è chiuso adesso.
A. du J.: Sì, non era particolarmente famoso, solo un trampolino di lancio per idol in divenire, di fronte al teatro d’AKB48. Mi avevano presentata al proprietario, Ronri Fukusuke, che mi propose di partecipare a un appuntamento mensile nel corso del quale potevo danzare e cantare.
Ha qualche consiglio da dare alle ragazze che vorrebbero seguire il suo esempio?
A. du J.: Innanzitutto, imparate il giapponese, sennò non andrete da nessuna parte. Entrare a far parte di un gruppo di idol non è particolarmente difficile. Ce ne sono più di mille in Giappone e non sono la sola straniera ad esserci riuscita. Ma bisogna essere seri e pronti a lavorare duro. L’inconveniente è che nella maggior parte dei casi non si guadagna molto. Di solito dopo uno spettacolo i fan possono pagare per scattare foto con voi o comprare gadget legati alla vostra immagine. Avete il diritto al 50% dei ricavi. Ma se non siete celebri, guadagnerete tanto quanto un cameriere da Mac Donald’s.
Intervista a cura di J. D.