L’ Hokkaido Shimbun è il primo quotidiano dell’isola settentrionale: un meritato posto da leader.
Sapporo, principale città e nucleo politico dell’isola, ospita in centro l’anonimo edificio dell’Hokkaido Shimbun, meglio conosciuto con il nomignolo di Doshin. Sono i sette ideogrammi che compongono il nome dell’azienda che permettono di identificare, tra gli altri, l’edificio che ospita il principale quotidiano dell’isola omonima, un’istituzione in tutta la nazione, degno di massimo rispetto nel settore della stampa giapponese. Forte dei suoi centotrenta anni di esistenza, il giornale è riuscito a tener testa ai grandi titoli nazionali – Yomiuri Shimbun, Asahi Shimbun, Mainichi Shimbun, Nihon Keizai Shimbun – mantenendo oltre il 71 % del mercato locale con più di un milione di esemplari diffusi solo nell’edizione del mattino (chôkan) e oltre 450.000 per quella del pomeriggio (yûkan). Così si esprime sulle cifre Nueno Takaharu, incaricato della comunicazione: “Siamo davvero orgogliosi di avere una diffusione di 2,5 volte superiore agli altri giornali; nonostante si sia registrata una diminuzione nelle vendite, pari a quella registrata dagli altri, siamo comunque riusciti a mantenere il nostro primato sulla concorrenza”. Hokkaido Shimbun si appoggia su una rete capillare di uffici locali che gli permette di offrire contenuti ricchi e capaci di rispondere alle attese di un pubblico di lettori ripartito su un vasto territorio. Le otto succursali regionali (Hakodate, Muroran, Otaru, Tomakomai, Asahikawa, Kitami, Kushiro et Obihiro) contano da dieci a venti persone, mentre i trentanove uffici locali, con due o tre giornalisti, formano una rete molto stretta alla quale non sfugge nessuna informazione, grazie alla sagacità della redazione. Questo favorisce un legame molto forte tra il giornale ed i suoi lettori, dei quali infatti più del 60 % è abbonato da oltre venti anni. Il quotidiano, nato nel novembre del 1942 dalla fusione di 11 giornali locali, a seguito della scelta delle autorità di avere un unico grande giornale per regione, non si è mai comportato come una pubblicazione regionale. Anzi, con i suoi sette corrispondenti esteri (Washington, Séoul, Pechino, Bangkok, Londra, Mosca e Južno-Sachalinsk), l’ Hokkaido Shimbun vuole portare anche uno sguardo internazionale, capace di intercettare le richieste di una parte dei lettori, conscia dell’importanza di essere al corrente dell’attualità estera. Il miglior esempio di questa politica è l’ufficio di Južno-Sachalinsk, capitale amministrativa dell’isola di Sakhalin (regione russa vicina ad Hokkaido), importante polo di impiego per le imprese locali, che permette anche un aggiornato punto di osservazione sulla situazione delle Isole Curili del Sud, occupate dalla Russia dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ma rivendicate dal Giappone. I “Territori del Nord” (hoppô ryôdo) come li nominano i giapponesi, rappresentano una questione delicata e significativa, non solo diplomaticamente, ma anche per l’economia, la pesca, lo sviluppo, la storia e la cultura di Hokkaido. La tematica è un argomento privilegiato del giornale; nel 2013 gli articoli pubblicati per due anni sulla questione territoriale russo-giapponese, gli sono valsi il premio per il miglior reportage giornalistico dall’Associazione giapponese dell’editoria della stampa. La qualità dei contenuti è riconosciuta in tutto l’arcipelago e non di rado i giornali, la radio o la televisione fanno riferimento all’ Hokkaido Shimbun. “Un giornale deve possedere e diffondere spirito critico e curiosità e deve perseguirli sempre, in ogni circostanza. A questo si deve aggiungere l’informazione diretta, vicina. Lo spirito di una pubblicazione vicina ai suoi lettori deve rimanere al centro delle nostre priorità. Tutto questo costituisce il DNA di Dôshin”. Queste parole riassumono perfettamente la filosofia del giornale che non si accontenta di riportare fatti e eventi locali, ma che nel corso degli ultimi decenni si è distinto per le sue inchieste, i suoi scoop, e il suo impegno per la regione. Il fallimento della banca Hokkaido Takushoku Ginkô nel novembre 1997, a causa dei debiti, è stata l’occasione per il giornale di distinguersi per le sue informazioni esclusive. Il lavoro di inchiesta svolto sull’affare della presunta corruzione della polizia nel 2003, ha rafforzato la propria immagine di quotidiano al servizio della verità. “Difendiamo la nostra neutralità riguardo alla politica, senza che questo ci impedisca di prendere posizione sulle questioni per noi rilevanti, sia per la regione che per il paese” spiega Nueno Takaharu.