Con l’avvento delle strade moderne durante il periodo Meiji, la piccola casa da té ha attraversato dei periodi difficili, in cui era necessario sopravvivere con “il passaggio di un solo cliente ogni dieci giorni”. Amasake-chaya è l’ultima casa da té del settore ad aver riuscito a sormontare le difficoltà e il passare degli anni grazie alla perseveranza della famiglia, che ha proposto senza arrendersi la sua bevanda -simbolo: un amazake fatto in casa, una bevanda dolce a base di riso fermentato senz’alcool, realizzata secondo un metodo antico, accompagnata da un chikara mochi, pasta di riso cotta nel forno a legna.
“Fino ad oggi siamo stati sostenuti dai nostri clienti. Sono rare le persone che passano di qui per caso, tutti conoscono il peso storico di questa casa. In molti si interessano ancora alla storia della strada del Tôkaidô e continuano a venire a camminare qui per impregnarsi di questa atmosfera.” Dopo una lunga marcia, “si ha voglia di mangiare qualcosa di dolce. Per me, la parola d’ordine è non tradire mai la fiducia dei nostri clienti offrendo la migliore bevanda che si possa preparare”
Per questo, Yamamoto Satoshi si sveglia ogni giorno all’alba e si dedica alla preparazione delle sue bevande. La casa da té apre ogni giorno alle sei del mattino. Il dinamismo di questa via di scambio vedeva così il contributo di commerci quali la casa Amasake-chaya, con il lavoro appassionato dei suoi proprietari. Dei villaggi-tappa, finanziati dallo shogun, sono stati costruiti lungo il tragitto al fine di facilitare il viaggio e alimentare il commercio.
Punto di partenza di Hakone Hachiri, la città fortificata di Odawara era senza dubbio uno dei più importanti punti di passaggio. Con i suoi novanta negozi, era soprattutto conosciuta in tutto l’arcipelago per il suo kamaboko, una sorta di paté di pesce che si trova in numerosi piatti della cucina giapponese. Dodici insegne, specializzate nella sua produzione, si sono raggruppate nel corso dei secoli, formando così la strada del kamaboko! Quest’ultima esiste tuttora grazie alla tenacia di una manciata di imprenditori. In declino nell’arcipelago, il kamaboko suscita un fervore particolare a Odawara dove diversi ristoranti ne hanno fatto il loro ingrediente-simbolo. “Storicamente, Odawara è un villaggio di pescatori” ricorda Tashiro Moritaka. La ricciola era particolarmente abbondante. Questo tipo di economia ha permesso alla municipalità di svilupparsi e parallelamente, di definire la sua identità.
Il kamaboko è un alimento molto sano che si sposa alla perfezione col saké.
Dal 2014, dei giovani artigiani hanno creato il gruppo di sostegno della strada del kamaboko, che ha come obiettivo moltiplicare gli eventi per promuovere il tragitto e la sua storia. “Vogliamo rilanciare questo luogo ricreando ad esempio delle scene di vita passata, delle epoche Edo e Meiji, quando Odawara era ancora un piccolo villaggio di pescatori. Siamo convinti che le radici di questa cittadina costituiscano la sua forza”.
La storia della regione di Hakone non sarebbe completa se si omettesse di parlare delle sue famose sorgenti di acqua calda. Il primo stabilimento di bagni termali ha aperto durante il periodo di Nara (710-794) e i famosi “sette onsen di Hakone” avrebbero attirato le folle, particolarmente nell’epoca Edo, grazie alla sempre più grande reputazione derivata dalle virtù terapeutiche delle acque.
Dopo il rinnovamento Meiji, gli stabilimenti di bagni termali si sono ancora più sviluppati, favoriti da vie di accesso più rapide. I proprietari di alberghi tradizionali hanno invitato i più grandi architetti del Paese a rinnovare gli edifici e trasformarne alcuni in costruzioni di legno a più piani. Fu il caso dell’albergo Bansuirô Fukuzumi, che esiste dal 1625. L’albergo attinge l’acqua dei suoi bagni termali dalla più antica sorgente di acqua calda di Hakone.
Fukuzumi Haruhiko, direttore del luogo, accetta di mostrare il cammino che conduce alla famosa sorgente, imponendo però il divieto di filmare o fotografare. Dietro una porta in ferro chiusa da un doppio lucchetto, si trova l’accesso al cuore della roccia, il calore dell’acqua vulcanica monta in superficie e scalda il viso. “La cosa migliore è scendere le scale e osservarla da vicino” invita il direttore con un sorriso. I muri del cunicolo sono caldi e umidi quando ci si avvicina alla sorgente, che si trova ormai appena qualche metro più in basso. Là, raccogliamo nel concavo della mano un’acqua che sfiora i 50° e che guarisce i mali del corpo da secoli. Johann Fleuri
Per arrivare
Partendo da Tôkyô, la soluzione più semplice è prendere la linea Odakyû in partenza da Shinjuku fino a Hakone-Yumoto.
Per fare in modo che il vostro viaggio sia memorabile, ricordate di prendere il treno Romancecar (75 minutes, 2 280 yens), una delle leggende ferroviarie giapponesi. (www.odakyu.jp/english/romancecar).
La compagnia propone ugualmente diverse formule a prezzi contenuti. (www.odakyu.jp/english/passes/)