Durante la nostra ultima giornata a Ogasawara, partiamo in crociera a 130 chilometri a ovest di Chichijima per osservare una nuova isola nata dal fondo dei mari. Nel 2013, Nishinoshima, o “isola dell’ovest”, ha attirato l’attenzione dei media del mondo intero e continua tuttora ad affascinare grazie alla sua evoluzione. “L’eruzione del vulcano sottomarino nel 2013 ha creato un’isolotto a est dell’isola originale di Nishinoshima, essa stessa nata da un’eruzione nel 1973. Quest’isolotto si è sviluppato e oggi forma un unico territorio con Nishinoshima”, racconta Kawakami Kazuto, un ornitologo dell’Istituto di Ricerca Forestale. Alcuni turisti e alcune famiglie si sono riuniti sul ponte. Il cielo e il mare si confondono. Finalmente appare la forma conica e fumante di Nishinoshima, mentre tutto intorno volteggiano gli unici abitanti dell’isola, degli uccelli katsuodori (Sula Bassana) bianchi e neri. Di ritorno a Chichijima, passiamo l’ultima serata al bancone del bar Yankee Town, nel vecchio quartiere degli Obeikei. Il proprietario Rance Ohira Washington è una fucina di storie sull’isola: vicende di pirati, di vecchie mappe, di tesori.
“Sono certo che ci sia un tesoro nascosto da qualche parte a casa di mia nonna! Hanno trovato delle monete d’oro nel 1831”, dice. Vestito con pantaloni militari, occhi pungenti a mandorla, è tornato qui dagli Stati Uniti, in cerca d’identità. “Il Giappone non insegna la nostra storia, noi però abbiamo il dovere di trasmetterla ai nostri figli”, dice. Isola ai confini del mondo, Ogasawara dà tuttavia l’impressione di essere un porto aperto su tutti i continenti, a metà cammino tra Asia, Oceania e America. L’indomani, l’Ogasawara Maru lascia il porto di Chichijima al suono del tamburo giapponese wadaiko, e in omaggio alla nave che salpa vengono organizzate danze hawaiane. È presente tutto il villaggio, tutti fanno grandi gesti con le mani per salutare i passeggeri stretti sul ponte, commossi. Decine di imbarcazioni vengono a completare questo addio degno di un film, scortandoci, mentre, agitando i fazzoletti, gli equipaggi gridano “A presto!”. I petali dei nostri fiori d’ibisco rossi, offertici dagli isolani, volano via e galleggiano sulle onde come a ricordarci di ritrovare rapidamente la via per tornare verso le meravigliose isole di Ogasawara.
Alissa Descotes-Toyosaki
Per arrivare
Il solo modo per raggiungere Ogasawara è la nave. L’Ogasawara Maru assicura il collegamento regolare tra il terminal di Takeshiba, a Tokyo, e il porto di Chichijima. Per saperne di più sulle prenotazioni e sulle tariffe, vogliate consultare il sito della compagnia marittima Ogasawara Kaiun che gestisce la tratta : www.ogasawarakaiun.co.jp/ english/reserve/howto.html