“Ormai non passa giorno senza che noi entriamo in contatto con la carta”, dice Akiyama. “Basta pensare ai libri, alla carta igienica o ai fazzoletti di carta. È un po’ come l’aria: è così presente intorno a noi che non ce ne accorgiamo nemmeno. Tuttavia in Giappone questo rapporto quotidiano è ancora più profondo. La carta giapponese è sottile ma allo stesso tempo molto forte – molto più forte di quella prodotta in occidente – ed è grazie a questa sua resistenza che da tempo immemorabile viene utilizzata nella produzione di vari oggetti, dagli ombrelli e le bambole alle porte scorrevoli”. L’importanza di questa carta è stata perfino riconosciuta dall’UNESCO che nel 2014 l’ha inserata fra i Patrimoni orali e immateriali dell’umanità.
“Ogni qual volta produco la carta”, dice Akiyama, “assaporo il senso di armonia con cui il mio corpo assorbe questo materiale”. La sua poetica si presenta come un ponte fra antico e moderno, utilizzando e declinando il materiale attraverso quelle che sono le direttive principali della scultura – dimensione, volume, resistenza – ma aggiungendovi l’elemento spiazzante della leggerezza tipico della carta.
“A volta I risultati sono del tutto inaspettati. Una volta, ad esempio, ho preparato un foglio di carta di due metri per tre. Era una bella giornata estiva e così l’ho messo ad asciugare fuori, sotto il sole. Improvvisamente si è messo a piovere però io non me ne sono accorto subito. Quando finalmente sono corso fuori a prendere la carta era tutta bucherellata dalle gocce di pioggia. Il risultato è stato tanto bello quanto inatteso. Mi piace il ruolo che il caso a volte gioca nella mia produzione”.
Le mostre di Akiyama spesso spiazzano i visitatori che non si aspettano il tipo di ambiente che l’artista giapponese ama creare. I suoi progetti prendono infatti la forma di installazioni site-specific: Akiyama analizza lo spazio che ha a disposizione e adatta di conseguenza all’ambiente la presentazione delle sue opere.
L’attuale mostra al Museo della Carta di Toscolano Maderno in provincia di Brescia (fino al 15 ottobre) ne è un tipico esempio. Essa rappresenta infatti un proficuo scambio culturale tra il luogo ospitante – una antica cartiera in cui è ancora possibile produrre carta a mano secondo la tradizione occidentale – e le opere d’arte ospitate.
Il fantastico mondo di carta di Akiyama è popolato da opere particolari di varie dimensioni. Sono oggetti inusuali, affascinanti, che variano dal geometrismo all’antropomorfismo e possono essere anche sospesi al soffitto vista la loro leggerezza. I suoi grandi pannelli sono in grado di modificare l’ambiente in cui vengono posizionati mentre i suoi rilievi presentano forme che invitano alla meditazione. Il materiale stesso, allo stesso tempo morbido e robusto, si presenta nei colori naturali o con lievissime colorazioni vegetali.