Lo spettacolo è affascinante, soprattutto perché gli scenari sono impressionanti, tra cascate e scogliere mozzafiato.
La sera sono organizzate delle escursioni per gli appassionati di fauna notturna, come volpi o cervi e, naturalmente, alzando gli occhi al cielo, si potrà facilmente ammirare la volta celeste con le sue numerose stelle, uno spettacolo ormai raro nei nostri cieli, a causa dell’inquinamento luminoso.
Se questi primi incontri con la natura di Shiretoko non vi bastano, dovete recarvi a Rausu, dall’altro lato della penisola. Qui sono organizzate altre mini-crociere, questa volta l’obiettivo è quello di ammirare le balene. La compagnia Shiretoko Nature Cruise organizza due volte al giorno (9h e 13h, 8 000 yen, www.e-shiretoko.com) uscite in mare di circa due ore e mezza, nel corso delle quali non è raro vedere orche e balene. Un po’ più a sud, la visita a piedi della penisola di Notsuke, accessibile soltanto in barca, è un’esperienza che riserva svariate sorprese, soprattutto quando le foche, numerose in questa zona, decidono di entrare in scena. Lasciando la costa e avventurandosi nell’entroterra, Doto non finisce di stupire. Gli animali sono ancora onnipresenti. Non è raro vedere dal finestrino di un treno o dell’autobus, a seconda del mezzo, delle gru. In inverno, stagione degli amori per questi maestosi trampolieri, lo spettacolo è spesso grandioso. La stazione di Kayanuma sulla linea Senmo, è uno dei luoghi privilegiati per osservarli, così come lo Tsurumidai, uno spazio dove circa 200 gru trascorrono la stagione invernale, raggiungibile in autobus partendo da Kushiro (tragitto di 55 minuti). Il resto dell’anno, questi uccelli fanno la loro apparizione quando meno lo si aspetta, offrendo attimi di grazia. Le montagne, i laghi, i vulcani, portano anch’essi la loro dose di emozioni ai visitatori.
Essendo sfuggiti allo sviluppo del turismo di massa nell’arcipelago, tutti questi luoghi hanno conservato la loro originale bellezza. Ad ogni nuova tappa, si cede invariabilmente allo charme di questa natura talvolta aspra come il monte Iô, definito dagli Ainu Atosanupuri, che significa « montagna nuda ». In effetti, il suo aspetto desolato contrasta con la natura lussureggiante che circonda altre cime nella regione, quali il monte Akan o il Kamui.
Il monte Iô poi, sfruttato per molti anni per i suoi giacimenti di zolfo dall’ odore acre, è un’attrazione turistica per le sue attività minerarie davvero impressionanti.