Nascosto nella prefettura di Okayama, questo piccolo villaggio sta rinascendo grazie all’arrivo di persone appassionate.
Quando sono arrivato per la prima volta a Ueyama ne sono rimasto profondamente colpito, non avevo mai visto un villaggio così particolare, la comunità era davvero amichevole e la natura molto presente”, confida ancora emozionato Matsubara Tetsuro, un botanico che lavorava nella ricerca e nella catalogazione delle specie vegetali per tutto il Paese, prima di scoprire questo singolare villaggio nella prefettura rurale di Okayama, nell’ovest dell’Arcipelago. Posto sulla cima di un monte, Ueyama vanta un’antica tradizione di coltivazione del riso in terrazzamenti, che risale addirittura all’epoca Nara (710-794), un momento unico nella storia del Giappone. Questa tecnica agricola però, scomoda e limitante, è entrata in declino negli anni ’70. Al momento della prima visita di Matsubara Tetsuro infatti la situazione era drammatica: “In meno di 50 anni la popolazione era bruscamente scesa, da 400 a 150 abitanti; di conseguenza molti terrazzamenti sono stati abbandonati e ricoperti di edera e bambù; lavorare la terra con queste tecniche era faticosissimo, per questo motivo all’epoca molti contadini avevano inviato i loro figli altrove a studiare, nella speranza di offrire loro un lavoro migliore. Con il passare degli anni gli anziani agricoltori sono morti, ma i loro figli non hanno seguito le stesse orme e le coltivazioni sono rimaste abbandonate”, racconta con amarezza.