L’isola di Shotoen è ad oggi, purtroppo, semi-deserta. Vi ci siamo recati a metà luglio e sono pochissimi i giapponesi che possono permettersi il lusso di passarvi le loro vacanze, soprattutto oltre la settimana di O-bon, verso la metà di agosto. Per i turisti stranieri questa magnifica isola quasi non esiste. Per citare lo scrittore Paul Theroux, “Fuori stagione un luogo è cosi’ più vuoto
e più esposto, ma à anche il momento in cui è più se stesso che mai”. Nell’assenza della folla si può godere del privilegio di avere il tempo, lo spazio e la libertà di approfittare pienamente di Shotoen.
Poco più avanti, fronte mare, si trova il museo di arte di Rantokaku, che, come gli altri musei di Shotoen, è un elegante edificio in legno con intarsi e pitture degli artisti Yokoyama Taikan e Hirayama Ikuo, nativi dell’isola vicina di Ikuchijima. L’insieme del sito si integra perfettamente nel concept di isola-giardino, caratterizzato da giardini, fontane e ruote idrauliche.
Arrivando alla più grande isola di Kamagari (scoprendo così che il ponte di Akinada era l’unico a pagamento), tra ottobre e dicembre, potrete notare la numerosa presenza di chioschi, sul bordo della strada, con arance, mandarini, limoni e altri agrumi locali, specialità dell’isola. Nessuno gestisce i chioschi di agrumi, vi è giusto una cassettina di legno in cui depositare il pagamento .. esempio emblematico della proverbiale onestà giapponese!