Reportage : La palla ovale per guarire

La tragedia che ha colpito la regione sette anni fa, è stata infatti l’ultima di una lunga lista di catastrofi, susseguitesi nei secoli. Senza risalire il tempo a epoche troppo lontane, un sisma di magnitudo 8,5 si produsse nel 1896, seguito da uno tsunami di 30 metri. Il terremoto e l’onda mostruosa distrussero 9000 abitazioni e causarono almeno 22000 morti. La duplice catastrofe – terremoto e tsunami – si riprodusse nel 1933 e la città fu nuovamente paralizzata nel 1960, a causa di uno tsnami provocato dal terribile seisma di Valdivia in Cile, il terremoto più potente mai registrato.
La tragedia del 2011 è stata, in un certo senso, ancora più traumatizzante poiché gli abitanti erano convinti di essere finalmente al riparo dal pericolo. “Appena due anni prima era stata costruita una diga frangi-flutti per proteggere la costa” ricorda Ichikawa Kaori. “ Era lunga 950 metri e profonda 63. Erano stati necessari tre decenni per vedere l’opera terminata, e la costruzione era costata 170 miliardi di yen. Persino il Guinness dei Primati l’aveva riconosciuto come il frangiflutti più grande del mondo. Nonostante ciò, l’11 marzo del 2011, le onde l’hanno facilmente travolto e hanno potuto continuare la loro corsa mortale verso la nostra città”.
Nata a Kamaishi, Ichikawa Kaori ha trascorso quasi tutta la sua vita nella città natale. Dal 2011 partecipa agli sforzi locali per la ricostruzione. A fianco di altre tre donne è attualmente responsabile del Rugby Café Kamaishi, uno spazio ludico situato all’interno del centro commerciale Sea Plaza. Qui ci si può immergere nella gloria passata della squadra locale di rugby.
Kaori ricorda che lo tsunami ha travolto l’edificio quando il fiume vicino è straripato. Siccome lei e la sua famiglia vivono a ovest della città, sono fortunatamente scampati al disastro, ma molti fra i suoi amici, non hanno avuto la stessa chance. “Dopo l’11 marzo abbiamo dovuto ripensare al nostro approccio alla vita qui, poiché, come sapete, in questa regione non si tratta di valutare se un nuovo tsunami arriverà, ma quando” aggiunge. “Alcuni abitanti volevano erigere barriere più alte, altri hanno pensato che fosse soltanto uno spreco di denaro e che tutti avrebbero dovuto rinunciare a vivere vicino al mare e spostarsi all’interno, sulle colline. In definitiva, ognuno dei membri della nostra comunità dovrà scegliere come proseguire la propria vita”.
Il giorno della nostra visita, una quindicina di persone è riunita davanti ad un grande televisore per seguire gli attacchi dei Seawaves impegnati in una partita nel Kyushu, a sud del paese. La squadra ha perso le due prime partite della stagione, questo match è quindi decisivo.
Per fortuna, dopo una partenza lenta, il team riesce a portare a termine quattro azioni e a battere facilmente i Kyuden Voltex, 30 a 10.
Nell’ottobre del 2012, rugby e terremoto hanno avuto un incontro piuttosto sgradevole. Durante una partita contro i Seawaves, un giocatore di Tokyo, Yokogawa Musashino, si è rivolto agli avversari di Kamaishi esclamando: “il terremoto vi ha resi pazzi?”.
Il giocatore è stato escluso dalle partite per un mese dalla sua squadra, quest’ultima ha presentato scuse ufficiali e sospeso temporaneamente le uscite. Una volta il match concluso, passeggiamo nel centro città, situato alle spalle del porto.
Tutto sembra pulito e ordinato, niente può far pensare alla catastrofe avvenuta qui nel 2011.
Niente più macerie, né segni rossi, visibili in quei giorni terribili, sugli edifici già esaminati dalle unità di soccorso alla ricerca di vittime e sopravvissuti. Chiamiamo un taxi per raggiungere il nuovo stadio di rugby. Il Kamaishi Recovery Memorial Stadium ha ufficialmente aperto i battenti il 19 agosto scorso, con un evento speciale che comprendeva diverse partite di dimostrazione.
Lo stadio ha una capacità di 6000 spettatori, ma saranno installati 10.000 posti supplementari per le due partite ospitate dalla città durante i Mondiali: Fiji contro Uruguay e Namibia contro il vincitore del ripescaggio, ancora sconosciuto.