Musica : Il Giappone a Ravenna

Anche quest’anno il Ravenna Festival diventa un ponte privilegiato fra l’Italia e il Giappone.

Il Festival di Ravenna durante l’edizione 2015
Il Festival di Ravenna durante l’edizione 2015

Dal 1990 il Ravenna Festival è un immancabile appuntamento estivo per tutti gli appassionati di opera e musica classica. Fondato da Cristina Mazzavillani (moglie del direttore d’orchestra Riccardo Muti), si avvale del prestigio del grande maestro (che vive e dirige spesso nella città romagnola) per attirare ogni anno un incredibile gruppo di musicisti e performer da tutto il mondo. Naturalmente a noi di Zoom Giappone interessano soprattutto gli ospiti del Sol Levante e l’edizione di quest’anno, che si terrà dal 13 maggio al 13 luglio, presenta tre chicche imperdibili.
Innanzitutto Uchida Mitsuko, la più importante pianista classica giapponese, che il 1 giugno eseguirà musiche di Mozart e Schubert (di cui è una delle massime interpreti). La leggendaria pianista è famosa per la profonda intelligenza con cui affronta ogni composizione, impegnata nella continua ricerca di verità e bellezza.
Partendo da un nucleo classico/operistico, il Ravenna Festival si è allargato con gli anni fino a comprendere non solo altri generi musicali ma anche le arti performative. Il 14 giugno, infatti, sarà di scena Sankai Juku, lo storico gruppo di danza Butoh fondato nel 1975 da Amagatsu Ushio. Nato dalle ceneri di Hiroshima, ancora oggi il Butoh rimane un’arte tanto aliena quanto affascinante che confonde continuamente le aspettative degli spettatori occidentali (e di molti giapponesi) e premia invece un approccio disinibito che rifiuta le regole della danza tradizionale. Visceralmente corporale, il Butoh va al di là della semplice tecnica per scavare nelle profondità della condizione umana alla ricerca di un valore universale.
Come da tradizione i danzatori (tutti maschi) sono completamente rasati e hanno il corpo dipinto di bianco in modo da assumere un’apparenza quasi spettrale. Le loro performance sono caratterizzate da movimenti lenti e ipnotici, a volte quasi impercettibili, che spesso si concentrano su una sola parte del corpo come i piedi o le dita, mentre in altri passaggi i corpi e i volti si contorcono in modo innaturale al fine di esprimere di volta in volta estasi o dolore. La musica e altri effetti sonori, spesso usati in modo ripetitivo, naturalmente ricoprono un ruolo importante e vanno dal jazz alle percussioni, fino a semplici suoni naturali. Altrettanto importante però è il silenzio, che insieme alle scenografie tutto attorno e ad una suggestiva illuminazione di scena contribuisce a creare quelle atmosfere eteree per le quali il Butoh è famoso. L’opera che verrà presentata a Ravenna si chiama Utsushi (copia, duplicato) e costituisce un’ideale introduzione al genere, essendo un’antologia di pezzi tratti dal quarantennale repertorio della compagnia.
Sotto molti aspetti il clou della presenza giapponese a Ravenna – e di tutta la rassegna – è però il concerto che Muti dirigerà il 3 luglio. Le Vie dell’amicizia è un evento speciale che ogni anno dal 1997 celebra l’amicizia e la cooperazione fra i popoli, promuovendo i valori di pace e tolleranza. Si tratta di concerti di beneficenza organizzati in città e territori segnati da drammatiche emergenze umanitarie e situazioni di conflitto. Dopo l’esordio a Sarajevo, all’epoca appena uscita dalla tragica esperienza dell’assedio durante la guerra in Bosnia, questa serie di concerti annuali ha toccato città quali Beirut, Mosca, Damasco e Gerusalemme, e quest’anno è giunta a Tokyo dove Muti, il 16 e 17 marzo (pochi giorni dopo il quinto anniversario del terremoto del Tohoku), ha diretto un’orchestra mista di giovani musicisti formata dalla Tokyo Harusai Festival Orchestra e dall’Orchestra Giovanile Luigi Cherubini, creata dallo stesso Muti nel 2004. Questo scambio vuole celebrare l’universalità del linguaggio musicale e rientra inoltre nel quadro del 150° anniversario delle relazioni Italia-Giappone (l’Ambasciata del Giappone in Italia e la Fondazione Italia-Giappone sono sponsor dei tre spettacoli nipponici a Ravenna), che a Tokyo ha visto succedersi mostre dedicate a Botticelli, Leonardo e Caravaggio. Da molti anni Muti, ambasciatore della cultura italiana nel mondo, ha uno stretto rapporto con il Giappone che ha visitato ripetutamente, in particolare con l’Orchestra Filarmonica di Vienna.
Oltre al prologo del Mefistofele di Arrigo Boito, il concerto di quest’anno si concentrerà su Giuseppe Verdi, le cui musiche sono un po’ il simbolo dell’italianità. Il programma scelto da Muti è un grande affresco sinfonico-corale tratteggiato da alcune delle pagine più celebri e più amate del compositore emiliano. In apertura il Nabucco con l’Ouverture e il possente coro “Gli arredi festivi”, seguiti dall’aria “Mentre gonfiarsi l’anima” di Attila, e ancora i ballabili del terzo atto da Macbeth e la sinfonia de La Forza del destino, per finire con il coro della processione “Gerusalem… Gerusalem… la grande” da I Lombardi alla prima crociata. Sul fronte vocale è da sottolineare la presenza del basso Ildar Abdrazakov e dei due cori del Teatro Petruzzelli di Bari e del Friuli Venezia Giulia.
Mario Battaglia

informazioni pratiche
ravenna festival L’edizione 2016 si svolge dal 13 maggio al 13 lugio in diversi luoghi cardine del centro storico ravennate, ma abbraccia anche altre località romagnole quali Forlì, Russi, Comacchio… Il programma dettagliato sul sito
http://www.ravennafestival.org/