Testimonianza : La vita reale

Simbolo del Giappone del boom demografico degli anni ’60-’70, i danchi sono abitati attualmente da persone anziane e sole, a cui si ispirano le opere di Saitô Nazuna. / Gianni Simone per Zoom Giappone

Mangaka di settantadue anni, Saitô Nazuna descrive la vita quotidiana e poco felice degli anziani del suo quartiere.

A quest’ora di venerdì pomeriggio le coppie e le famiglie non si vedono più nel quartiere a sud della stazione di Tama-Center, molte di esse infatti si stanno dirigendo verso il parco di attrazioni dedicato alla mitica Hello Kitty e ai suoi amici, il Sanrio Puroland, distante solo qualche decina di minuti a piedi. Se passate davanti al castello dai colori pastello di Kitty-chan e continuate verso est, raggiungerete una foresta di “danchi” (immobili di edilizia popolare) dove vivono per lo più persone anziane. Lì abbiamo incontrato la mangaka Saitô Nazuna, settantadue anni, che come la maggior parte delle altre persone in questa zona vive sola dividendo il suo appartamento con cinque gatti.
Nata alle pendici del Monte Fuji nel 1946, si è trasferita con i genitori a Tôkyô dove ha frequentato un istituto professionale scegliendo economia domestica come specialità. “All’epoca veniva chiamata hanayome gakkô, la scuola delle spose, poiché preparava le fanciulle alle arti delle faccende domestiche e della vita coniugale, eppure non mi sono poi subito sposata! Dopo il diploma, per aumentare le possibilità di trovare un lavoro che mi permettesse di essere economicamente indipendente, mi sono iscritta ad un corso di inglese e benché non parlassi bene la lingua mi hanno assunta per aiutare l’illustratrice dei libri scolastici”. Inizia così per Saitô Nazuna una nuova avventura: “Quando la mia collega ha cambiato lavoro io ho preso il suo posto e da lì altri editori mi hanno chiesto di illustrare i loro libri. In breve tempo ho messo su il mio studio indipendente e ho iniziato il mio lavoro di illustratrice a tempo pieno. Seguivo progetti diversi, da copertine di libri a manifesti e collaboravo con il quotidiano Sankei Sports. Per diversi anni ho lavorato bene, ma è iniziato un momento di calo e così, quasi per scherzo, ho scritto un manga, che ho inviato all’editore Shôgakukan… mi è valso il premio Big Comic Award per i nuovi artisti emergenti!”, racconta con emozione Saitô Nazuna, aggiungendo: “Sono diventata una mangaka quasi per caso.” Durante tutti gli anni ’90, ha prodotto opere acclamate dalla critica, ma poi si è fermata e non ha più fatto nulla di nuovo fino a poco fa.
Circa una decina di anni fa, la facoltà dell’Università Seika di Kyôto, la stessa che ha creato il famoso museo del manga del Tôkyô, nel 2006, le ha offerto un posto di insegnante. “Insegno tecnica del disegno due volte a settimana, parto molto presto il mattino con il treno e dormo a Kyôto, ma alla mia età questi viaggi settimanali iniziano a pesare, per questo sarà il mio Saitô anno di insegnamento a Seika.” Saitô Nazuna continuerà la sua attività insegnamento nel suo atelier Tama Manga. “Un luogo non molto grande per insegnare comodamente ma dove incoraggio le persone, bambini e adulti, a perseguire le proprie passioni, il manga infatti è un mezzo potente per esprimere idee e emozioni.”