Scoperta : Ce n’è per tutti i gusti

I saké della distilleria Kamotsuru sono stati premiati più volte. / Jérémie Souteyrat per Zoom Giappone

Oltre a conoscere la storia di questo piatto, si può imparare a cucinarlo in loco, grazie a corsi di iniziazione che si raccomanda di prenotare con anticipo. Dopo la visita, viene naturale lasciarsi tentare da un giretto al ristorante per gustare una di queste specialità, preparata a regola d’arte da uno chef professionista. Ogni ristorante specializzato in okonomiyaki propone variazioni e atmosfere diverse. Non bisogna dunque credere che l’okonomiyaki sia semplicemente una volgare crêpe sormontata da un po’ di cavolo, o da noodles saltati e insaporiti da una salsa dal colore bruno.
La gastronomia di Hiroshima propone poi altre delizie oltre a questo piatto che ha conquistato il resto dell’arcipelago. Uno dei riferimenti gastronomici locali è l’ostrica. Se ne possono trovare in altre regioni come il Tohoku, a nord-est dell’arcipelago, ma le ostriche di Hiroshima sono le più rinomate. Le si prepara in diversi modi, per accontentare tutti i palati, a patto che si apprezzi questo frutto di mare. Sull’isola di Miyajima, gemellata con Mont Saint-Michel in Francia, o le si griglia, o le si gusta fresche, con un filo d’aceto. In città, diversi ristoranti propongono il kaki-no-dotenabe, uno stufato d’ostriche al miso, molto gustoso. I ristoranti specializzati in ostriche sono davvero numerosi, ma se è necessario consigliarne uno in particolare, il Toyomarusuisan (Man reed building 2F, 7-24, Hondori, Naka-ku, Hiroshima, 730-0035, aperto tutti i giorni a partire dalle16) figurerebbe in testa ad ogni classifica. Entrando, ci si immerge in un’autentica atmosfera da izakaya, davvero piacevole. Lo chef ha un talento particolare nell’esaltare il sapore delle ostriche. Dal kaki nabe (bollito di ostriche) al kaki to shiro hamaguri no gangan mushi (stufato di ostriche e vongole al saké) passando per il più classico kaki furai (ostriche impanate), ogni piatto, preparato con grande cura, è un’ode a questo prodotto che rappresenta una delle ricchezze della città portuale.
La prossimità del mare Interiore spiega come mai i prodotti ittici occupino uno spazio centrale nell’alimentazione locale. A Mihara, porto situato fra Hiroshima e Onomichi, è il polipo, (tako, in giapponese) ad essere protagonista in tavola. A una trentina di minuti in treno da Hiroshima, sarebbe sciocco non fare un giro qui per gustare questa delizia: si dice abbia una consistenza unica. Persino il viaggiatore finito in questa località per caso, capirà molto presto che il polipo è il simbolo di Mihara. Statue, bandiere e numerose decorazioni lo ribadiscono, e sono visibili appena si scende dal treno. I periodi migliori per gustare questa cucina vanno da agosto a settembre e da novembre a marzo. Si può certamente gustare il polipo in maniera classica, sotto forma di sashimi o fritto in tempura, ma Mihara si distingue per certe preparazioni originali che valgono da sole la visita.

Dal 60 al 70% delle ostriche giapponesi è prodotto qui. / Jérémie Souteyrat per Zoom Giappone

Per cominciare, c’è il famoso tako pie (torta farcita al polpo) e il takosen (biscotto di riso al polpo), fabbricato e commercializzato dalla boutique Ebisuya (1-6-2, Shiromachi, Mihara 723-0014, dalle 8 alle 19.30), situata a un centinaio di metri dalla stazione. Queste due prelibatezze costituiscono un’eccellente idea-regalo da portare in Europa e sono certamente più originali dei kit-cat al tè verde che ormai ogni turista che si rispetti mette in valigia durante il suo soggiorno in Giappone.