Territorio : Un’altra patria del formaggio

Una buona parte dell’allevamento di Kyodo Gakusha è composto dalle Brown Swiss, conosciute per la qualità del loro latte. / Odaira Namihei per Zoom Giappone

Kyodo Gakusha, questo è il nome dell’impresa, che ha anche l’obiettivo di aiutare le persone con un handicap fisico o mentale a diventare autonomi, trovando nell’agricoltura un mezzo di sostentamento.
Ispirato dal padre, Shin’ichirô, che aveva cominciato questo programma di cooperazione nella prefettura di Nagano, scelse di creare la sua azienda nella regione di Tokachi, circa 40 anni fa. “Il mio obbiettivo era cominciare una nuova vita con mia moglie e mia figlia. Avevamo allora sei capi di bestiame e sei collaboratori”, ricorda, contemplando i vasti terreni ormai di sua proprietà, 110 ettari coltivati senza alcun concime chimico e un allevamento composto perlopiù da Brown Swiss, il cui latte si rivela perfetto per raggiungere l’obiettivo che Nozomu si è prefissato: produrre un “autentico formaggio giapponese”.
Miyajima Nozomu è partito da una semplice constatazione : se la produzione casearia giapponese continuava ad essere in mano agli industriali del settore, ci sarebbero state poche possibilità perché il Giappone potesse sperare di progredire in questo campo, mentre la bella regione di Hokkaido riuniva tutte le condizioni necessarie per ottenere dei formaggi degni di questo nome. Prese dunque il toro per le corna. Non sapendo come cominciare, malgrado gli studi in agricoltura portati a termine negli Stati Uniti, quest’uomo, saggiamente, partì per l’Alsazia nel 1988, per fare conoscenza con colui che cambiò la sua vita, Jean Hueber, presidente del Sindacato Inter-professionale del formaggio Munster. « Mi ha insegnato il valore del formaggio tradizionale e l’importanza del sistema di denominazione di origine protetta (DOP). Questo mi ha permesso di prendere coscienza del nostro reale potenziale. Monsieur Hueber mi ha così iniziato al mestiere. In seguito, ho ascoltato anche i consigli di altri produttori francesi ». I risultati non si sono fatti attendere. Dopo aver intrapreso dei lavori che gli hanno permesso di creare un luogo per la mungitura e la produzione, ricorrendo il meno possibile alla meccanizzazione, è riuscito a produrre formaggi ispirati agli esempi francesi. Il suo camembert e il suo comté non hanno oggi nulla da invidiare ai DOP d’oltralpe.
Miyajima Nozomu non poteva tuttavia accontentarsi di questo. Non voleva solo creare delle buone repliche di prodotti già esistenti. Il suo desiderio, da sempre, era quello di creare l’ « autentico formaggio giapponese ». Ci è riuscito e gli ha dato il nome di Sakura, o ciliegio, per via dei petali dell’ ezoyama sakura, un’essenza reperibile solo a Hokkaido, che dona al formaggio un sapore unico.
Questo successo gli è valso nel 2004 la medaglia d’oro al concorso internazionale di Appenzell, in Svizzera. Nel 2008, i capi di Stato del G8, riuniti presso il lago Toyako, hanno potuto gustare i suoi prodotti, e dal 2012 la compagnia aerea Japan Airlines li propone ai passeggeri di prima classe.