Scoperte : Il miglior modo di bere

Nel suo ristorante Iwakura Hisae condivide con i clienti il suo amore per il vino giapponese./ Eric Rechsteiner per Zoom Giappone

Nel cuore di Asakusa, presso la Maison de IsshoVin un’interessante iniziazione alla produzione vinicola giapponese.

Spesso ci dimostriamo esitanti davanti ad una bevanda che non conosciamo, temiamo di commettere un errore magari e di non saper scegliere. Tranquilli, direbbe Iwakura Hisae, proprietario del ristorante bar La Maison de IsshoVin, a Asakusa, uno dei quartieri turistici di Tôkyô. Grande appassionata di vini giapponesi da circa quindici anni, parla delle sue bottiglie come se fossero dei bambini adorati.
Un’atmosfera rilassata regna nel suo accogliente locale, con i tavoli disposti attorno ad una grande piastra da cucina. Come in un simpatico bistrot i clienti possono scegliere, ognuno secondo gusto e fame, dei mini assaggi, stile tapas, accompagnati da vini giapponesi ma anche birre artigianali e saké.
“Qui io voglio fare scoprire dei vini che si possano bere più e più volte, e sempre con piacere. Ho anche scelto un ambiente informale ma curato, volevo che si creasse un’atmosfera familiare tra i clienti, affinché possano ad esempio chiedere senza indugi a qualcuno nel tavolo vicino quali bottiglie preferisca. Ognuno è libero di passare qui il suo tempo come gli piace: si può semplicemente venire a bere un bicchiere e mangiucchiare qualcosa, oppure mangiare in gruppo e ordinare una magnum”, ci assicurano. D’altronde il nome stesso del ristorante, La Maison du IsshoVin è un gioco di parole tra isshôbin, che indica una bottiglia di saké isshô (un’unità di misura equivalente a 1,8 litri), e il vino. Il saké è stato a lungo imbottigliato in bottiglie isshô, circa l’equivalente di una magnum. Sembra anche che in alcune regioni viticole, come quella di Yamanashi, i produttori utilizzassero queste bottiglie riservate al saké per imbottigliare il vino destinato al consumo locale. Isshôbin evoca la condivisione, un’atmosfera popolare ed una certa vicinanza comune, i vini infatti sono serviti in dei bicchieri senza stelo, in maniera informale e in un clima familiare.
Iwakura Hisae dà molta importanza al rapporto umano, cercando di incontrare almeno una volta i produttori presso i quali compra le bottiglie. “Ciò che mi appassiona è che sono molto spesso dei piccolissimi produttori a produrre i vini giapponesi, c’è un rapporto quasi intimo tra il vino e la persona.: lo spirito di ciascuno di loro si sente in questo nettare divino”, ci confida. Iwakura usa spesso la parola “dashi”, come per il brodo giapponese con tonno fermentato, per descrivere il gusto del vino. Se infatti il vino è un prodotto della fermentazione, i vini giapponesi, prodotti nel territorio, non dovrebbero avere qualcosa di dashi o perfino di miso (pasta di soia fermentata)?
Ma cosa fare quando non si conosce la regione e nemmeno la coltivazione? Per guidarci nel mondo del vino giapponese le abbiamo chiesto le bottiglie che raccomanderebbe in diverse situazioni.

Un cliente straniero si trova per un breve periodo in Giappone ed è la sua ultima sera a Tôkyô prima di riprendere il volo. Cosa gli consigliate?
(nome della partita, annata, regione, varietà, nome del produttore o del vitigno)

  1. Beau Paysage 2009, Yamanashi, Cabernet franc, Okamoto Eishi (Beau paysage)
    Affascinante, sensuale, sorprendente, un aroma che ricorda i templi asiatici. Sentiamo la forza e la complessità dell’uva, delle quali non possiamo più scordarcene dopo averle sentite: chi lo berrà ne manterrà un ricordo indelebile.
  2. Kido private reserve cuvée Akari 2010, Nagano, Chardonnay, Kidô Akito (Kidô winery)
    Piccolissimo produttore e altissimo controllo. Berla significa aprirsi una nuova strada. Lo spirito della bottiglia è chiaro e ben strutturato, si ha voglia di prendersi il giusto tempo per degustarla. Siamo fieri di questo vino giapponese.
  3. Nana-tsu-mori Multi vintage, Hokkaidô, Pinot Noir, Sôga Takahiko (Domaine Takahiko)
    Un vino dalla struttura ampia, ma allo stesso tempo concentrato. Lo si può degustare durante tutto il pasto.
    Un vino creato grazie ad una profonda conoscenza dell’uva, capace di dare dell’energia extra prima di tornare nel proprio Paese.

Un amante del saké viene nel vostro ristorante. Ha un pregiudizio sui vini, come convincerlo?

Kôshûsan Budôshu, Yamanashi, Kôshû, Furiya Tadao (Kitanoro Jôzô)
Uva molto matura, molto umami, equilibrato, spesso, servito in una bottiglia isshôbin.

Una giovane coppia arriva nel vostro ristorante. Può darsi che siano già insieme, può darsi di no ma si piacciono e questo si vede. Volete che la loro serata sia perfetta e che escano un po’ più vicini rispetto agli inizi della serata. Cosa servite?

  1. Sans Soufre Blanc, (vin pétillant), Yamagata, Delaware, Kishidaira Noriko (Takeda Winery)
    Vino della prima viticultrice in Giappone a produrre bollicine con del Delaware, una verità tradizionalmente coltivata a Yamagata. Un gusto puro, universale e rassicurante, capace di cambiare mano a mano che il nettare si apre. Un vino rilassante e adatto a chiunque per qualsiasi occasione.
  2. Koko 10 R Pinot Rosé 2017, Tochigi, Pinot noir, Coco farm
    Creato nelle vigne di pinot noir più antiche del Giappone. Seducente, molto umami, elegante ed affascinante, dal profumo inebriante. Questa bottiglia potrà certamente animare la tavola.

Per concludere, potreste consigliarci una bottiglia da bere da soli, a casa o in un ristorante, magari quando ci si sente un po’ tristi o un po’ deboli e c’è bisogno di consolarsi e recuperare le forze?

Kurisawa Blanc, Hokkaidô, varietà miste (una dozzina in media), Nakazawa Kazuyuki et Yukiko (Nakazawa Vineyard)
Sono stati i pionieri di questo metodo. Troverete l’intensità del Gewurztraminer senza troppo zucchero, questo vino dal contorno chiaro vi solleverà teneramente dalle vostre fatiche e vi darà la forza di continuare.

Ora però spetta a voi tuffarvi nell’universo del vino giappoense.
Sekiguchi Ryôko

Informazione pratiche
Maison de IsshoVin, 1-9-5, Asakusa, Taitôku, Tôkyô (7 minuti dalla stazione di Asakusa) Aperto tutti giorni dalle 15 alle 23. Tél. 03-6231-5103
Piatti a partire da 300 yen (2,5€), calici di vino a partire da 600 yen (4,5€), bottiglie a partire da 3000 yen (25€), vino in bottiglie Isshôbin a
partire da 4500 yen (40€).