Ognuno ha le sue buone ragioni per sfuggire a una routine che non sente propria: è questo che Takao intuisce quando conosce per caso una giovane donna più grande di lui. Di lei non sa nulla – se non che ama la birra, la cioccolata, la poesia e che, come lui, si rifugia nel parco durante le mattine di pioggia. Quello che era nato come un incontro fortuito diviene presto un’abitudine, e i silenzi si trapuntano di frasi brevi e piccole gentilezze della durata di un temporale. Eppure, a prima vista, i due sembrano così diversi: l’una è una giovane donna dall’impeccabile aspetto professionale, l’altro un liceale che sogna di diventare stilista di calzature; entrambi, però, condividono lo stesso bisogno di trovare un luogo che li possa accogliere, anche solo per breve tempo. E così, fra goccia e goccia, lo spazio fra loro si colma di sguardi e di speranze. Chi ha visto Il giardino delle parole, il mediometraggio di Shinkai Makoto del 2013, sa già come va a finire. Chi però volesse affiancare alla visione del film un’esperienza di lettura, lo può fare non con uno ma addirittura con due manga: il primo pubblicato da Edizioni Star Comics e il secondo (in versione ampliata) da J-Pop. I volumi non hanno nulla da invidiare rispetto al prodotto cinematografico: una buona orchestrazione delle tavole e una certa cura per il dettaglio riescono, infatti, a rafforzare una sceneggiatura piuttosto semplice, ma capace di suscitare tenerezza e complicità.