Kyoto, il piacere dei sensi

L’hotel Hoshinoya Kyoto ha la sede in un’antica dimora del XVII secolo nelle montagne di Arashiyama./ Jérémie Souteyrat per Zoom Giappone

Celebre per i suoi santuari e i suoi templi, l’antica capitale imperiale riserva numerose altre sorprese.

Il telefono, reliquia di un tempo che fu, è ricoperto da un lembo di stoffa beige, non tanto con l’intento di nasconderlo: si vuole semplicemente dissimulare il solo elemento capace di collegare quella stanza al mondo esterno. Da Kikunoi non si mangia, si viaggia. Si entra in un mondo a parte. Il ristorante, situato un po’ fuori dal circuito classico e dalle orde di turisti di Higashiyama, è tuttavia profondamente tipico e locale. Dal 1912 e da tre generazioni, rappresenta l’immagine stessa del lusso alla giapponese: semplicità, qualità e servizio, in un ambiente tradizionale senza fronzoli. Ogni cliente è servito in una delle 11 sale private con vista sul giardino. Quando il primo piatto viene posato in tavola, il viaggio ha inizio. Nel menu invernale, i pesciolini marinati vengono proposti con le uova di merluzzo in terrina e i ravioli di fiore di loto farciti al foie gras dialogano col sorbetto kumquat-wasabi.
Con gran dispetto del padre, allora chef del ristorante, il giovane Murata Yoshihiro voleva studiare la cucina francese e a vent’anni ha lasciato Kyoto per Parigi. Qualche anno più tardi è tornato per aiutare il padre. “Smontiamo la tradizione per meglio ricostruirla” afferma adesso Murata, che ha ripreso le redini del ristorante facendogli prendere una direzione più contemporanea, senza tuttavia tradire la tradizione. Oggi può vantare un totale di sette stelle Michelin per i suoi tre indirizzi (due a Kyoto e uno a Tokyo) e figura nelle classifiche dei migliori ristoranti al mondo.