I due primi romanzi dello scrittore sono arrivati in libreria in Italia, pubblicati da Einaudi.
Dopo aver proposto l’anno scorso La strana biblioteca, racconto di Murakami Haruki illustrato da Lorenzo Ceccotti, le edizioni Einaudi presentano a maggio un’opera corposa dello stesso autore, che entusiasmerà i fan. Si tratta dei suoi due primi romanzi, finalmente tradotti in italiano e riuniti in un unico volume. Ne esisteva una traduzione inglese rivolta quasi esclusivamente al mercato giapponese; lo scrittore aveva rifiutato per lungo tempo nuove traduzioni, considerando che queste due opere non fossero adatte ai lettori stranieri. Eppure, Ascolta la canzone del vento e Flipper, 1973 costituiscono i primi due romanzi della Trilogia del Ratto, conclusa con Nel segno della pecora (1990) che segna, secondo l’autore, “l’autentico inizio della sua carriera di romanziere”, come è sottolineato nella prefazione.
Se il primo romanzo non avesse ricevuto il premio Gunzo, uno dei premi letterari più prestigiosi in Giappone, Murakami riconosce che probabilmente non avrebbe mai scritto altri libri. Ecco perché ha deciso di offrirlo con il secondo ai numerosi lettori che apprezzano il suo stile. Evidentemente abbiamo a che fare con opere giovanili caratterizzate da uno stile acerbo, ancora prive della maturità di romanzi quali L’uccello che girava le viti del mondo o IQ84, ma che possiedono già quel potenziale narrativo che si svilupperà fino a determinare l’inconfondibile “stile Murakami”. Ritroviamo quindi il ritmo che caratterizza la sua scrittura e riconosciamo quel desiderio ancora balbuziente, ma già ben presente, di lasciare da parte i codici della scrittura giapponese. Questo elemento lo distinguerà d’altra parte dall’altro grande Murakami, Ryu, che si afferma nello stesso periodo ma che conserverà nel suo stile un’impronta tipicamente nipponica, a differenza di quello di Haruki, più “universale”. Questo spiega come mai l’autore della Ballata dell’impossibile (1987) sia riuscito a conquistare più facilmente il pubblico del mondo intero rispetto a Ryu e ai suoi Coin Locker Babies (1980).
Fin dalle prime pagine di Ascolta la canzone del vento, si avverte la volontà di condurre il lettore in un universo letterario che non ha niente a che vedere col Giappone. Dopotutto, come spiega Murakami stesso, l’autore voleva fuggire dal suo Paese (lo farà, prima viaggiando attraverso l’Europa e poi andando a vivere negli Stati Uniti) e svincolarsi così dalla letteratura giapponese e dal linguaggio letterario nipponico. Ecco spiegata l’invenzione di uno scrittore americano immaginario, Derek Heartfield, o ancora, ecco il perché della scelta dell’assassinio di Kennedy come elemento cronologico chiave piuttosto che di un evento proprio alla storia del Giappone. Tuttavia, si avverte come questa tendenza sia ancora esitante in questi debutti letterari: quando evoca Jean-Christophe di Romain Rolland come opera di riferimento per Derek Heartfield, suo mentore letterario, il narratore dimentica che questo romanzo è soprattutto apprezzato dai Giapponesi, mentre in Francia è finito purtroppo nell’oblìo.
Da questo genere di dettagli, si percepisce con quanto sforzo Murakami dovrà ancora impegnarsi per raggiungere i suoi obiettivi. Flipper, 1973 non fa che confermare questo orientamento, con ancora più forza e convinzione. Vi troviamo il rifiuto del mondo dei “salary-men” giapponesi, mondo di cui Murakami non ha mai fatto parte poiché, prima di diventare scrittore, si è indebitato per aprire un jazz bar. Ecco come mai questi due romanzi brevi rivestono un interesse notevole, permettendo di leggere in prospettiva gli elementi caratteristici del mondo letterario di Murakami, quegli elementi che hanno fatto dello scrittore giapponese un autore di fama internazionale.
Odaira Namihei
Riferimenti
Vento & Flipper di Haruki Murakami, Einaudi Edizioni, 19,50 €