Stampe : Prima visita al museo Hokusai

I visitatori possono scoprire le condizioni in cui viveva Hokusai. / Jérémie Souteyrat per Zoom Giappone

Hokusai ci attende in compagnia della figlia Oei – in arte Oi – grazie a due sorprendenti manichini di cera animati, armati di pennello e intenti a disegnare, all’interno della loro umile dimora. La scena evoca lo stile di vita permeato di sobrietà dell’artista che consacrò la vita intera al disegno e alla pittura, animato dall’intenzione di raggiungere la purezza assoluta del tratto, come scrisse nella celebre postfazione delle Cento vedute del Monte Fuji (1834): «Da quando avevo sei anni, ho cominciato a disegnare qualunque cosa. A cinquanta, avevo pubblicato numerosi disegni, ma nulla fra le opere realizzate prima dei miei settant’anni vale la pena di essere presa seriamente in considerazione. Soltanto a 73 anni ho cominciato a comprendere la vera forma degli animali, degli uccelli, degli insetti, dei pesci, e la natura delle piante e degli alberi. A 86 anni, avrò ancora progredito. A 90, penso potrò avvicinarmi all’essenza dell’arte. A cent’anni, mi auguro di raggiungere il livello del meraviglioso e del divino. Infine, quando avrò 110 anni, ogni tratto, ogni linea dei miei disegni vivrà di vita propria. Mi auguro profondamente che coloro che mi sopravviveranno possano constatare la verità di ciò che ho scritto». Firmato: Manij, il vecchio pazzo per la pittura.
Numerosi touch screen offrono preziose informazioni su ogni opera presentata, giochi interattivi, puzzle, giochi d’associazione d’idee, senza dimenticare il famoso Manga di Hokusai. Quest’ultimo non è un “manga” così come lo conosciamo oggi, non racconta storie. È un manuale di disegno destinato ai suoi allievi e a tutti coloro che desiderano imparare quest’arte. Si tratta di un insieme di quindici carnet di disegno, nei quali l’artista ha trattato tutti i soggetti: fauna, flora, architettura, prospettiva occidentale, il soprannaturale, i mestieri, i sentimenti, la gestualità umana, ecc. È stato pubblicato nel 1814 e ha conosciuto un successo folgorante, tanto che ne furono realizzate diverse riedizioni. L’ultimo volume è stato pubblicato dopo la morte dell’artista.

I responsabili del museo hanno fatto prova di grande attenzione per rendere le opere comprensibili a tutti. / Jérémie Souteyrat per Zoom Giappone

Uscendo da questa sala ci si ritrova nella luminosa hall del terzo piano, che offre una vista panoramica sullo Sky Tree, il nuovo grattacielo di Tokyo, alto 634 metri, eretto a breve distanza dal museo. Si arriva quindi alla prima sala dell’esposizione temporanea. Il secondo piano è interamente dedicato alle altre sale di quest’esposizione. Il Sumida Hokusai Museum intende presentarne diverse ogni anno.
A ogni piano, delle panchine permettono ai visitatori di godere di una sosta riposante prima di riprendere il circuito. Le 1500 opere della collezione museale provengono da un lascito dello specialista di storia dell’arte Narazaki Muneshige (1904-2001), di 600 opere parte del patrimonio artistico appartenente al collezionista Peter Morse (1935-1993) e di numerose stampe e pitture acquisite dalla circoscrizione del Sumida prima della costruzione del museo.
Quest’ultimo non si accontenterà di presentare la propria collezione, che non cessa di crescere e arricchirsi di nuove opere, ma accoglierà anche quelle di altri musei giapponesi e stranieri. Per celebrare l’apertura, 120 opere di Katsushika Hokusai,, fra le più celebri, sono state minuziosamente scelte ed esposte: stampe, pitture, surimono (stampe prestigiose non destinate alla vendita), libri illustrati e un rotolo emaki lungo sette metri (Vista panoramica sul fiume Sumida).

Il nuovo museo propone molte fra le più celebri opere del maestro. Fra queste una delle Trentasei vedute del Monte Fuji (Fugaku sanjû rokkei). / Jérémie Souteyrat per Zoom Giappone

Questo emaki apparteneva un tempo al mercante d’arte Hayashi Tadamasa (1853-1906), amico e consigliere degli artisti occidentali appassionati di Giappone, in particolare Edmond de Goncourt che contribuì alla stesura della monografia dedicata a Hokusai, pubblicata nel 1896. L’oggetto figurava nel catalogo della vendita della collezione Hayashi, Oggetti d’arte del Giappone e della Cina, nel 1902. Da allora, se ne erano perse le tracce. Ritrovato l’anno scorso in Europa, è tornato nella sua città d’origine e fa ormai parte della collezione del Sumida Hokusai Museum.
Nella prima parte, l’esposizione evoca la vita del pittore e presenta dei ritratti di Hokusai eseguiti dallo stesso artista e da altri. La seconda parte ci permette un tuffo nella vita del quartiere di Sumida all’epoca Edo. Il rotolo Vista panoramica sul fiume Sumida, opera principale di questa prima esposizione, è la più grande realizzazione di Hokusai fra quelle che conosciamo. Essa utilizza il chiaroscuro per dipingere le due rive del fiume, dal ponte di Ryogoku fino al canale San’ya (San’yabori).
La riva sinistra del Sumida, contesa dagli intellettuali, offriva una vegetazione lussureggiante. La fioritura dei ciliegi in primavera, le foglie color ocra e vermiglio degli aceri in autunno, il paesaggio innevato in inverno, facevano la felicità degli abitanti. Era anche il luogo ideale per ammirare i fuochi artificiali che suscitavano la meraviglia della popolazione ogni estate. Ci si poteva poi recare in raccoglimento in uno dei numerosi templi e santuari del quartiere.

Dettaglio della Vista panoramica sul fiume Sumida, l’emaki di 7 metri che il museo ha potuto acquisire, arricchendo così la collezione grazie a un pezzo eccezionale. / Sumida Hokusai Museum

La riva destra era invece quella dei divertimenti, dei misemono (baracconi da fiera), degli alberghi e delle case da tè. Sul canale Sanya, gli uomini si dirigevano in barca verso il quartiere delle case di piacere, Shin Yoshiwara.
Questa esposizione inaugurale presentava, oltre ai surimono ricchi di goffrature dai riflessi oro e argento, di grande raffinatezza e capaci di esprimere le qualità eccellenti dell’arte di Hokusai, anche pitture e stampe come quelle della serie detta Trentasei vedute del Monte Fuji, serie che ha ispirato e influenzato profondamente la produzione artistica in occidente nella seconda metà del XIX secolo.
Sebbene non abbia raggiunto, come avrebbe tanto desiderato, i centodieci anni, Hokusai lascia dietro di sé un’opera considerevole che non cessa, ancora ai giorni nostri, di ispirare gli artisti e gli artigiani di tutto il mondo.
Il Sumida Hokusai Museum diventerà di sicuro una delle tappe preferite dai visitatori giapponesi e stranieri.

Brigitte Koyama-Richard

Il museo espone anche le opere più rare del “pazzo” che voleva disegnare fino all’età di 110 anni. / Jérémie Souteyrat per Zoom Giappone

I nostri più calorosi ringraziamenti vanno a Okuda Atsuko, conservatrice del Museo, e a Suzuki Toshiyuki, incaricato delle relazioni pubbliche.

Informazioni pratiche
Sumida Hokusai Museum 2 Chome-7-7 Kamezawa, Sumida-ku, Tokyo 130-0014 – Tel. 03-6658-8931.
Entrata : 400 yen (tariffa ridotta 300 yen).
http://hokusai-museum.jp/