Il Monte Aso, selvaggio e imponente

Lo zolfo del Nakadake è considerato uno dei più potenti repellenti contro serpenti, talpe e corvi. / Alissa Descotes-Toyosaki per Zoom Giappone


Un raggio di sole, timidamente, buca la massa di fumi, facendo dissipare dolcemente le nuvole per lasciare spazio alla stupenda colorazione turchese del lago, un immenso bacino acido, profondo 160 metri e la cui temperatura raggiunge i 60 gradi. Qualche minuto dopo il lago è già di nuovo ricoperto dal gas ancora più intensamente, la gola ci inizia a bruciare e delle persone tossiscono, anche gli altoparlanti gridano l’allarme: “Velocemente allontanarsi, pericolo, evacuazione in corso!”. Yui, la guida, ci spiega che abbiamo avuto fortuna a poter vedere il cratere, a volte addirittura inagibile, se dovesse dunque capitarvi di arrivare e trovarlo chiuso potete fare un giro al bel Museo del Monte Aso (Aso-kazan Hakubutsukan, Nagakusa, Aso, orario 9-17 www.asomuse.jp), situato all’entrata del parco, o approfittare per fare una passeggiata sulle pendici dei monti Nakadake e Takadake, come ci spiega Yui mostrandoci le foto di Sunasenri, un meraviglioso deserto vulcanico accessibile da un percorso a piedi direttamente dal parco. Altra opzione, gas permettendo, è una passeggiata a cavallo attraverso il verde pianoro di Kusasenri, ai piedi del cratere. Suefuji Yoshikazu, un nativo di Aso di una sessantina d’anni, relativizza così : “Ai miei tempi non c’erano sistemi di allarme e vivevamo tutti respirando il gas, è solo da quando ci è stato un decesso da inalazione che le autorità hanno organizzato queste restrizioni agli accessi”. Allevatore di cavalli da oltre trent’anni, ammette di aver temuto molto quando ha visto il Nakadake esplodere in piena notte, poco dopo il sisma di Kumamoto dell’aprile 2016, come non capitava da almeno trentacinque anni, “il sito è stato chiuso per un anno, una perdita economico anche, ora siamo in lenta ripresa”, ci spiega mostrandoci i suoi cavalli in attesa di essere sellati. I cavalli di Aso sono noti in tutto il Giappone con il nome di razza Ban’ei, un incrocio di cavalli da tiro europei: “Si tratta di cavalli Percherons o Bretoni che sono stati importati dalla Francia e dal Belgio fino a Hokkaido per essere allenati prima di partecipare alle celebri corse di Ban’ei”, spiega Suefuji Yoshikazu evocando le celebri corse durante le quali i cavalli devono portare dei grossi pesi per centinaia di metri, in una competizione spettacolare che si è imposta nei gusti del numeroso pubblico dopo la Seconda Guerra Mondiale. Attualmente l’allevamento di questi cavalli è molto costoso e ed è quindi nelle mani di pochi, che offrono anche un servizio di noleggio a circa 8000 yen (70 euro) per 25 minuti. “Comprare una giumenta costa più di un milione di yen! ”, rincara l’allevatore.
I cavalli di Aso vengono anche venduti per la loro carne, usata per il famoso basashi, il sashimi di cavallo. Numerosi ristoranti propongono anche altre specialità di Aso: i filetti di akaushi, una razza di wagyu o manzo giapponese particolarmente tenera, da degustare dopo qualche momento nell’onsen. Tra le 1.500 sorgenti termali della regione la più celebre è sicuramente quella che racchiude lo Jigoku onsen, o “bagni dell’inferno”, costruiti nel cratere dopo l’eruzione del monte Yomine. Questo antichissimo complesso (2327 Kawayo, Minamiaso Village, http://jigoku-onsen.co.jp) vanta numerose sorgenti termali e un affascinante ristorante, dove si possono assaporare degli spiedini cotti sull’irori, un focolaio tradizionale usato per riscaldare e cucinare. Sfortunatamente chiuso per lavori di rinnovamento, al pari di molti altri stabilimenti dopo il terremoto, dovrebbe riaprire i battenti nel 2019. Yui ci porta poi verso l’ovest di Aso, con destinazione i bagni di Iwakura onsen (http://iwakura0026.com), che regalano una vista stupenda sul fiume di Kikuchi, sul fondo della vallata. Questa è l’occasione perfetta per scoprire a piedi le gole di Kikuchi, celebri in tutto il Giappone per i loro meravigliosi paesaggi d’autunno. Passando per un sentiero escursionistico lungo all’incirca due ore, conosciuto per essere un “power spot” che rigenera il copro e lo spirito, attraversiamo la foresta, fiancheggiata da cascate dove foglie rosse e dorate cadono dolcemente. Al ritorno prendiamo la strada che, prima di girare intorno sul santuario di Aso, costeggia le fattorie e i ranch tipici del monte Aso.