Okutama, un altro volto di Tôkyô

La confluenza dei fiumi Tama e Nippara. / Alissa Descotes-Toyosaki per Zoom Giappone

A due ore dalla capitale, una natura lussureggiante e esotica conquista gli amanti di trekking e attività all’aria aperta.

Sulle rive del fiume, una decina di campeggiatori finisce di gustarsi un barbecue tardivo, tra le volute di fumo. A sole due ore di treno da Tôkyô, il campeggio di Hikawa nel comune di Okutama è una vera manna per molti cittadini che aspirano a “spezzare la routine” per un week-end. Comodamente seduta sulla sua seggiola pieghevole di fronte alla tenda, Numaga Haruka beve una birra guardando soddisfatta il fuoco crepitante. Tutto attorno a noi, la foresta si tuffa nelle acque blu del fiume Tama.
“È la prima volta che campeggio, me la sto cavando piuttosto bene!”, esclama Haruka, affettando degli tsukemono – legumi fermentati – su un tagliere tenuto in equilibrio tra le ginocchia. Arrivate tardi, cominciamo appena a sistemarci mentre la maggior parte degli altri campeggiatori inizia già a preparare i bagagli per il ritorno alla fine del week-end.
Resta solo qualche fedelissimo amante del posto, intento a cucinare il pasto serale. “Dei veri professionisti!”, commenta Haruka, ammirando l’organizzazione perfetta del loro spazio, dove nulla sembra superfluo. Più abituata al confort dei ryokan, gli alberghi tradizionali, questa tokyoita quarantenne avvezza alle discoteche ha dovuto compiere tre tentativi prima di far entrare tutto il necessario nel suo enorme zaino. Poi ha dovuto portare il pesante fardello fin dalla stazione di Okutama, facendo una sosta per strada, il tempo di fare le compere per i pasti. Per fortuna, il campeggio di Hikawa affitta tutto il materiale per cucinare e dispone anche di un caffè-ristorante per coloro che si rivelassero incapaci nella missione di accendere un fuoco!
Nato quarant’anni fa, il luogo propone ugualmente dei bungalow di legno molto spaziosi e prenotati largamente in anticipo dagli studenti. Ma il campeggio rimane la soluzione più economica, poiché costa 1 000 yen (8,30 €) a persona al giorno, a condizione che vi sia lo spazio necessario per piantare la tenda.
“Durante il passaggio del tifone Hagibis nell’ottobre 2019, abbiamo avuto molti danni e l’area del campeggio è stata ridimensionata a causa degli allagamenti. Oggi, le acque si sono ritirate ma vietiamo ancora di campeggiare sulla riva”, spiega il gestore, mostrando il cordone di sicurezza giallo che delimita l’area destinata alle tende.
Vicino alla reception, situata all’interno di un grazioso chalet di legno, troviamo tutto il necessario per trascorrere la notte: fascine di legno, sacchi di carbone, pinze, casseruole, griglie per il barbecue, posate….
“Evidentemente, se si affitta tutto questo, non è più così economico, ma rimane sempre meno caro rispetto a una notte in ryokan. Ed è molto più divertente!”, fa notare Haruka, pragmatica, mentre scende verso la riva con le braccia cariche di legna e di pentole.

Per 1 000 yen al giorno a persona, il campeggio di Hikawa è un’interessante alternativa agli albergi. / Alissa


Il nostro menù serale sarà a base di petto di pollo alla griglia, fettine di manzo condite con peperoni e melanzane, wasabi – la grande specialità di Okutama – senza dimenticare le patate locali che cuociamo nella brace. Alle 17, il sole si è già addormentato dietro le montagne e una brezza fresca soffia sul canyon. È tempo di fare un buon bagno caldo prima della cena!
Situate a un quarto d’ora a piedi sulla riva opposta, le sorgenti termali Moegi no yu sono accessibili attraverso un ponte sospeso appena illuminato. Una breve passeggiata notturna carica di emozioni! Soprattutto quando si esce dal rotenburo, la sorgente calda all’aria aperta, in mezzo alla foresta, e si ritrovano al ritorno le patate calde e un buon saké a temperatura ambiente. Di fronte al braciere, i campeggiatori fanno cuocere delle bistecche enormi o dei pesci appena pescati nel fiume Tama. Nel buio, i falò brillano di una luce calda e rassicurante, mentre un’ondata di profumi allettanti sale verso la chioma degli alberi. Il pasto vicino alle braci si prolunga tardi la sera, in un’atmosfera serena.
Malgrado la vicinanza delle tende, si sente soltanto il rumore della corrente impetuosa del fiume. La foresta di Okutama ospita altre creature oltre ai campeggiatori. Un fruscio vicino alla nostra tenda ci fa scoprire con stupore un animale peloso, dal pancino voluminoso, la testa tonda e un’aria da orsetto lavatore. Un tanuki! Fugge immediatamente portando con sé la borsa che conteneva le provviste. Inseguiamo l’animale che si ferma sulla riva per ammirare il bottino. Al chiaro di luna, cominciamo uno strano corpo a corpo per recuperare la borsa di plastica, tirando ognuno dalla sua parte.
Bruscamente mi rendo conto di avere di fronte un animale mitico della foresta giapponese, mia madre mi raccontava le marachelle combinate dal tanuki quando ero piccola. Animale endemico, il tanuki o “cane procione” è il protagonista di numerose leggende, avrebbe il potere di trasformarsi in oggetti vari o addirittura in un essere umano! Scherzoso e simbolo di buona fortuna, la sua effigie orna le vetrine dei negozi esibendo testicoli enormi la cui pelle morbida serviva in passato a setacciare l’oro. Questa caratteristica anatomica ha alimentato a lungo il folklore giapponese. Tuttavia è raro che il tanuki si avvicini così tanto agli uomini e siamo felici per questo incontro.
“Tan Tan Tanuki no Kintama ha !”, comincia a cantare a squarciagola Haruka accanto al fuoco. Si può tradurre con: “i gioielli della famiglia del tanuki dondolano anche se non c’è vento!”. Una canzoncina che finisce per far tornare il nostro amichetto, che, dopo aver rubato due brioche, ritorna a frugare come se niente fosse nella pattumiera vicina!

Lungo 138 km, il fiume Tama svela tutto il fascino di questo sito eccezionale. / Alissa Descotes-Toyosaki per Zoom Giappone


Al termine di una notte piuttosto fresca, ci svegliamo al gracchiare dei corvi, anch’essi alla ricerca di viveri. Il giorno arriva infreddolito dietro le montagne, mentre i campeggiatori si radunano in fretta attorno al fuoco. Alla fine, il sole inonda la spiaggia, riscaldando improvvisamente i nostri corpi intorpiditi. Si sente il profumo del brodo di miso, del caffé e delle omelette. Una ragazza ci passa vicino e ci saluta. Poi ci chiede se per caso abbiamo incrociato un tanuki la notte scorsa! L’animale è entrato nella sua tenda, ma nel buio non ha saputo riconoscere di che cosa si trattasse. La conversazione anima gioiosamente il momento della colazione. Altri campeggiatori l’hanno visto rubare del pane, ma il gestore, interrogato sull’argomento, afferma di non aver mai sentito parlare di tanuki nel suo campeggio! Lasciamo la tenda, molto soddisfatte di quest’esperienza, per andare a camminare lungo i sentieri di trekking che hanno reso celebre Okutama.
A partire dal santuario di Okuhikawa, a qualche centinaio di metri dal camping, prendiamo un sentierino lungo la valle di Hikawa, collegato da un ponte sospeso da cui si può ammirare la confluenza delle acque del fiume Tama e di quelle del Nippara. Il posto è splendido, ornato di grandi spiagge di ciottoli dove la gente pranza con bentô di specialità locali come la trota, o la carne di cervo, molto apprezzata nella regione. Preferiamo andare a mangiare un menù di soba accompagnato da un’eccellente frittura di gamberetti tempura in una piccola trattoria vicino alla stazione. Fondata e gestita da ormai due generazioni da un ex impiegato di una compagnia di autobus, l’Hirakawa Service Station offre un ambiente retrò, grazie al suo vecchio televisore, ai disegni a matita sulle pareti e alle grandi vetrate che si aprono sulla foresta.
Sazie, siamo pronte per visitare il santuario di Atago. Accessibile dal campeggio, il santuario deve essere meritato: situato in cima a un sentiero di montagna fiancheggiato da strane sculture di donne nude in pietra, bisogna affrontare una scalinata gigantesca di 181 gradini che fende la foresta di cedri e azalee.
Col fiato corto, arriviamo in cima e troviamo una pagoda rosso vivo piuttosto brutta e alla fine, un po’ più in alto, il santuario, un edificio medievale in legno costruito da un anziano daimyô, un signore locale, per proteggere il suo castello dagli incendi. Il santuario in effetti ospita le divinità protettrici del fuoco, tra le quali una pietra sacra eretta sopra una grande roccia. Circondata da una corda e coperta di muschio e funghi, rappresenta lo spirito della montagna; qualche pellegrino ha appeso degli omikuji, degli oracoli scritti, portafortuna.
Sull’altro versante, troviamo, nascosto sotto un manto vegetale, un piccolo altare con dei bavaglini sospesi a delle tavole di legno. “Il dio del fuoco protegge anche le donne incinte e i bambini nati morti”, precisa Haruka, adepta dei rituali scintoisti.
Rimaniamo un attimo sedute su una roccia per ammirare il panorama sulla vallata stretta fra le montagne. Alcuni falchi danzano nel limpido blu del cielo, poi scompaiono verso le cime.

I ponti sospesi sono una caratteristica del posto. / Alissa Descotes-Toyosaki per Zoom Giappone


Integrato al Chichibu-Tama-Kai, il più grande parco nazionale della prefettura di Tôkyô, Okutama è sovrastata dai monti Hinode et Mitake, che culminano a 1 266 m, entrambi accessibili grazie a sentieri di trekking.
Preferiamo scendere passando per il Tôkei Trail che attraversa alcuni villaggi di casette giapponesi dai balconi inondati di sole, sui cui vengono fatte essiccare degli obi (cinture) e delle tenute contadine.
Passiamo accanto agli orti e ai granai di riso, poi penetriamo di nuovo nella foresta, in mezzo alle colonne di cedri che formano una volta piena di vita. Non ci si stanca mai di ammirare i loro tronchi slanciati verso il cielo e di ascoltare le foglie dorate cadere, accompagnate da un fruscio leggero. Chiamate a giusto titolo Mukashi no Michi, o “strade di una volta”, questi sentieri stretti e impraticabili in automobile conservano tutto il fascino di una vita immersa tra le montagne.

Bisogna salire i 181 gradini di questa scalinata gigantesca per raggiungere il santuario Atago. / Alissa Descotes-Toyosaki per Zoom Giappone


Oggi, appena 5000 persone abitano in questo comune, il più grande di Tôkyô per superficie e il meno densamente popolato. Tanto che la municipalità ha dovuto mettere in vendita quasi gratis case e parcelle di terreno per ripopolare e offrire un nuovo dinamismo alla città.
In fondo, meglio così. La scarsa popolazione si è rivelata un bene.
A 50 km a valle del fiume Tama, migliaia di ettari di foresta furono rasi al suolo per costruire la Tama new town, il più grande progetto residenziale della capitale. Questa città gigantesca, costruita a metà degli anni Sessanta, in pieno boom post-giochi olimpici del 1964, ha distrutto l’eco-sistema e la fauna, come racconta il celebre cartone animato Pompoko (Heisei tanuki gassen Ponpoko, 1994), realizzato da Takahata Isao. Sulla via del ritorno, evochiamo con piacere questo racconto filosofico, prodotto dal mitico studio Ghibli, i cui eroi non sono altro che i nostri amici tanuki! Questi orsetti lavatori giapponesi, per vendicarsi del miracolo economico che aveva distrutto il loro habitat, hanno inventato tutti gli stratagemmi possibili per impedire le costruzioni, non esitando a utilizzare il loro scroto gigante come paracadute per andare a bombardare il cantiere!
Oggi popolata da duecentomila abitanti, la Tama new town soffre di sovrappopolazione e della sua dipendenza verso Tôkyô, come molte altre città periferiche costruite sulla riva del Tama, lunga 138 km.
Okutama, che significa il “Tama profondo”, porta perfettamente il proprio nome. Risparmiata dalla deforestazione intensa dopo il declino del commercio di legname negli anni Novanta, la sua popolazione di 13.000 abitanti si è ridotta della metà. Questa debole densità umana ha probabilmente permesso di preservare una natura unica e piena di magia alle porte della megalopoli.
Alissa Descotes-Toyosaki

Informazioni pratiche
PER ARRIVARE, bisogna prendere la linea JR Chûô in partenza dalle stazioni di Tôkyô o di Shinjuku fino a Tachikawa. Cambiare poi sulla linea JR Ôme fino a Okutama.
Aldilà dei luoghi evocati nell’articolo, potete ugualmente visitare il frutteto di alberi di prugne di Yoshino (15 minuti dalla stazione di Hinatawada) o ancora il parco delle ferrovie di Ôme (10 minuti dalla stazione di Ôme).