Il Monte Aso, selvaggio e imponente

Unico vulcano attivo visitabile, il Nakadake racchiude un lago acido profondo 160 metri. / Alissa Descotes-Toyosaki per Zoom Giappone


La guida ci chiede più volte se siamo in buona salute, porgendoci un dépliant che somiglia di più ad una procedura in caso di urgenze che un volantino turistico: “Pericolo! Emissione di gas vulcanico!”, il tutto scritto in rosso con tanto di spiegazione sui sintomi di inalazione da diossido di zolfo o di idrogeno solforoso. “Oggi il vulcano è particolarmente attivo”, ci spiega Yui osservando l’assenza di passeggiatori che si avvistano normalmente sui sentieri, e qualche attimo dopo ci ripariamo in un parcheggio vicino a delle barriere distrutte dal sisma: l’aria è pesantemente impregnata di gas e la presenza dei bunkers contribuisce a dare al luogo una atmosfera surreale e infernale. Dio protettore delle catastrofi, il Monte Aso ha conosciuto più di 160 eruzioni dal 533, sua prima collera documentata del Giappone, restando uno dei 110 vulcani più attivi del Giappone. Sul ciglio del suo cratere gigante, 600 m di diametro, una spessa coltre di fumo si muove nel vento, rendendo il lago sotto totalmente invisibile. “Basta che il vento cambi direzione per scorgerlo” ci dice un guardiano con il volto protetto da una maschera, necessaria per proteggersi dai gas tossici. Accanto a lui un venditore cerca di attirare qualche sprovveduto turista cinese nel tentativo di vendergli un efficace rimedio contro formiche, serpenti e persino corvi: un barattolino contenente lo zolfo del vulcano!
“Avreste dovuto vedere le pietre protette dall’eruzione due anni fa, pesavano almeno 35 tonnellate”, continua il guardiano. Nell’ottobre del 2016, il tumultuoso vulcano è entrato in modalità eruzione esplosiva, che si è tradotta in un innalzamento del livello di allerta 3 su una scala di 5 punti. L’eruzione a sorpresa ha ricoperto di una spessa coltre di cenere nera la città di Aso, provocando un certo panico tra i 100.000 abitanti che la popolano. Nel 2014 il monte Ontake, nel centro dell’arcipelago, si era risvegliato in maniera improvvisa e inattesa, facendo più di 60 vittime, per lo più escursionisti, ricordando a tutti come la natura sia maestosa quanto imprevedibile.

L’entrata del cratere Nakadake parzialmente distrutta nel momento dell’eruzione esplosiva di ottobre 2016. / Alissa Descotes-Toyosaki per Zoom Giappone