Il Monte Aso, selvaggio e imponente

Passeggiata nelle gole de Kikuchi, celebri per le foreste autunnali e le cascate. / Alissa Descotes-Toyosaki per Zoom Giappone


Il santuario, con alle spalle 2.300 anni di storia e sede di beni culturali notevoli, si dice sia curato ancora oggi dalla novantunesima generazione della stessa famiglia. Benché in continuo restauro e in parte danneggiato dal sisma, come nel caso del famoso portale Rômon, il santuario scintoista accoglie comunque dei pellegrini, molti venuti proprio a pregare per placare il dio del vulcano Takeiwatatsunomikoto, nipote dell’imperatore Jimmu, fondatore del Giappone. Secondo gli antichi, le eruzioni del monte Aso erano il chiaro segno della collera dei kami (dei) e potevano essere i segni premonitori di carestie o epidemie. Credenza che certamente non si mette in dubbio quando si guardano i crateri infiammarsi con i colori del tramonto. I canneti susuki tremano come dei capelli incandescenti mentre la caldera si copre di macchie beige e ocra. Rimasto solo nell’ombra, il Nakadake esala i suoi fumi, che si innalzano per lungo tempo nel cielo buio, presentando l’ultima visione vulcanica della sua potenza.
Alissa Descotes-Toyosaki

Per arrivare
Da Kumamoto, la scelta più semplice è prendere il treno o il bus. Con la ferrovia bisogna impiegare tra 1h10 e 1h40 sulla linea Hohi Honsen fino alla stazione di Aso. Tuttavia, essendo ancora in corso i lavori di rinnovamento dopo il terremoto del 2016, è preferibile prendere il bus Kyushu Odan (1,3 o 7). Impiegherete 1h40 dalla partenza del Kumamoto Bus Terminal (bus stop n°26, 1500 yen, prima partenza alle 7:44) fino alla stazione di Aso ed infine 35 minuti con il bus Aso Crater (650 yen) fino alla fermata “Asosan Nishi-eki” per arrivare direttamente al cratere del Nakadake.