Essere giapponesi nel XXI secolo

Quartiere di Omotesandô, a Tôkyô. / Jérémie Souteyrat per Zoom Giappone

Da sempre, il Giappone ed i suoi abitanti suscitano curiosità, che può alimentare false credenze e pregiudizi.

Come vidi il Giappone, me ne innamorai. Malgrado tutto…”. Con queste parole, il giornalista Ludovic Naudeau cominciava il suo libro Il Giappone moderno, pubblicato esattamente 110 anni fa.
Non fu né il primo né l’ultimo a soccombere al fascino del Paese del Sol levante e dei suoi abitanti. Nel 1549, François Xavier, figura pioniera dell’evangelizzazione nell’arcipelago , scriveva in una lettera indirizzata ai suoi fratelli rimasti a Goa: “A giudicare dalle persone con cui abbiamo avuto a che fare, i giapponesi sono il migliore popolo fra quelli scoperti fino ad ora, e lo rimarrà probabilmente anche in futuro, sebbene avremo modo di fare altri incontri con altri infedeli”. Tre anni più tardi, quando starà subendo la pressione delle autorità giapponesi, si dimostrerà meno entusiasta.
“Gentilissimi fra di loro, non lo sono affatto verso gli stranieri, che disprezzano”, afferma in una nuova missiva destinata questa volta ai “suoi cari padri e fratelli della compagnia di Gesù in Europa”.
Dalla pubblicazione del Libro delle meraviglie redatto nel 1298 da Marco Polo, in poi, il Giappone, che veniva chiamato allora Cipango, esercita un grande fascino sugli stranieri. Va ricordato che nel 1492, Cristoforo Colombo aveva lasciato le coste spagnole alla ricerca dei tesori mitici della famosa isola descritta dal mercante veneziano due secoli prima.
Ci si può chiedere se questo mito non sia più profondamente radicato nelle menti di tutti quelli che si sono recati in Giappone e che ne hanno subito immediatamente il fascino senza aver preso il tempo di esplorare la vita quotidiana dei suoi abitanti. È ciò che lascia intendere d’altra parte il reporter francese Ludovic Naudeau quando aggiunge, al termine della sua frase d’introduzione: “Malgrado tutto!…”
La realtà, senza essere negativa, è molto più complessa rispetto a una prima impressione o all’immagine costruita artificialmente a partire dall’incontro con la sua cultura popolare. Si è prima o poi obbligati a constatare che questo Paese e i suoi abitanti sono ancora poco conosciuti, nonostante il fatto che verso il mondo nipponico esista attualmente una profonda simpatia senza che si sia in misura di spiegare veramente ciò che la motiva.