Il Giappone più discreto


La prefettura di Niigata possiede tuttavia numerose qualità. La sua posizione geografica, la piazza nel cuore dell’Asia orientale: ciò potrebbe permetterle di diventare un centro di attività importante in caso di rafforzamento dei legami economici nella regione. Alla fine degli anni Ottanta e all’inizio degli anni Novanta, all’epoca in cui l’unione europea faceva sognare il mondo, compresa l’Asia, una vasta iniziativa economica tra l’Estremo oriente russo, il nord-est della Cina, le due Coree e il Giappone affacciato sul mare interno era nata suscitando un grande entusiasmo presso gli abitanti di Niigata.
Erano stati evocati diversi progetti d’investimento, si erano creati collegamenti aerei fra le diverse regioni implicate nell’iniziativa, senza dimenticare la pubblicazione di decine di libri ricchi di previsioni economiche fortunate per la prefettura.
Fu l’epoca in cui i concessionari di auto d’occasione vennero numerosi a stabilirsi nella regione, nella speranza di esportare i loro veicoli di seconda mano nella vicina Russia, dove il made in Japan faceva sognare.
Le difficoltà politiche a livello nazionale hanno compromesso il progetto di questa nuova zona economica che aveva come fulcro il mare del Giappone. Si possono tuttavia immaginare, negli anni a venire, dei possibili sviluppi di questa idea embrionale.
In attesa, Niigata può ancora riporre fiducia nella sua ricchezza agricola che rimane solida nonostante l’invecchiamento della popolazione rurale. Rimane davvero il suo punto di forza, basti pensare che il governo giapponese vi ha organizzato, nel maggio 2019, la riunione dei Ministri dell’Agricoltura del G20.
Il sakè, altro prodotto di riferimento della regione, è oggi l’oggetto di una vasta campagna di sostegno da parte delle autorità, motivate dall’intenzione di promuoverlo aldilà delle frontiere nazionali. Grazie al suo savoir faire e alla qualità della produzione, Niigata può sperare di approfittare dei vantaggi economici derivanti dall’entusiasmo internazionale per la “bevanda degli dei”. Pare che in molti abbiano compreso l’importanza di mantenere le tradizioni in questo settore, come dimostra la creazione, durante la primavera scorsa, di un gruppo di ricerca sul sakè, grazie all’iniziativa del professor Sawamura Akira dell’università di Niigata.
Dopotutto, non c’è niente di straordinario, visto che la prefettura ospita circa 90 fabbriche di sakè, il numero più elevato del Giappone.
Le ulteriori ricchezze sulla quale la prefettura può contare, sono il suo potenziale turistico e la popolazione accogliente e calorosa. Niigata dispone in effetti di tutti gli elementi per essere una destinazione ambita per i visitatori stranieri. La città col suo quartiere di Furumachi può rivaleggiare con Kyôto per quanto riguarda la cultura delle geisha. Quelle che qui vengono chiamate geigi sono ancora una trentina e animano il quartiere nei ryôtei (locali tradizionali), dove le si può vedere danzare, cantare e recitare, per la più grande gioia dei clienti.
Il vantaggio, rispetto all’antica capitale imperiale Kyôto, è la migliore accessibilità.
Shibata, situata a qualche chilometro da Niigata, è una città piena di carattere. Merita la visita quanto le città dell’Omote Nihon, Il santuario Yahiko, a sud di Niigata, è un magnifico esempio di architettura giapponese. Ospita ugualmente il Shida-no-Otachi, la spada più lunga del paese e il torii alto 30 metri, non cessa di impressionare i visitatori. L’isola di Sado, i fuochi d’artificio di Nagoaka e le sue montagne innevate sono altri punti di forza sui quali la prefettura deve poter contare per non essere considerata come il volto troppo nascosto del Giappone. In più, si trova ad appena due orette di treno da Tôkyô.
Odaira Namihei