Originario di Hokkaido, Ikezawa Natsuki ci spiega le ragioni per cui è legato alla sua terra natale.
Romanziere, saggista, traduttore dal greco e dall’inglese, critico letterario, Ikezawa Natsuki è nato nel 1945 sull’isola di Hokkaido. È considerato come uno degli scrittori giapponesi più attivi della sua generazione. Studiò fisica e in seguito, continuando al tempo stesso a scrivere poemi e critiche letterarie, cominciò a tradurre autori quali Kurt Vonnegut, John Updike, Jack Kerouac, Richard Brautigan. Viaggiatore appassionato e interessato alla civiltà greca, soggiornò nel Paese ellenico tra il 1975 e il 1978. Di ritorno in Giappone, tradusse i sottotitoli dei film di Theo Angelopoulos. Nel 1984 pubblicò il suo primo romanzo Natsu no asa no seisôken (letteralmente “La stratosfera dei mattini estivi”, tradotto in italiano come “L’uomo che fece ritorno” e pubblicato da Einaudi) adattamento personale di Robinson Crosue, poi, nel 1987, La Vita immobile, coronato dal prestigioso premio Akutagawa, di cui sarà poi membro della giuria per diversi anni. Successivamente, il suo talento è stato coronato da numerosi altri premi letterari: il Tanizaki per Mashiasu Giri no shikkyaku (La Caduta di Mathias Giri, non tradotto in italiano), il Premio Mainichi per “Hana o hakobu imôto” (La sorella che portava dei fiori). Nel 1994 andò a vivere a Okinawa da dove poté esaminare il mondo grazie al suo proverbiale sguardo “decentrato”, che lui stesso definì come un modo di “analizzare la civiltà contemporanea da un punto di vista primitivo”. Immediatamente dopo l’attentato dell’11 settembre 2001, pubblicò quotidianamente, sotto forma di saggio e con il titolo “Benvenuti in questo nuovo mondo”, le sue riflessioni sull’evoluzione della società. Continuò questa pubblicazione fino al 2003. Nel 2002, dopo un soggiorno in Irak, pubblicò sul web, in lettura libera, “Su un piccolo ponte in Irak”, racconto di viaggio per “sapere su chi cadranno le bombe se giungesse una guerra”.
Dopo un soggiorno in Francia, a Fontainebleau, tra il 2004 e il 2008, ritornó in Giappone nel suo “paese natale”: Hokkaido. L’“Antologia personale della letteratura mondiale” in 30 volumi che diresse tra il 2007 e il 2011 presso le edizioni Kawade Shobô Shinsha, incontrò un successo tale che l’editore stesso gli propose di pubblicare la sua “Antologia personale della letteratura giapponese”: i 30 volumi vennero pubblicati tra il 2014 e il 2018.
Lei viene da Hokkaido…
Ikezawa Natsuki : sono nato un mese dopo la fine della guerra su quest’isola, considerata e governata per molto tempo come una semi-colonia: é stata riconosciuta come parte integrante della nazione giapponese appena poco più di cinquant’anni fa.
I miei antenati erano contadini. Lasciarono il centro del Paese per migrare in questo luogo alla periferia dell’impero. Il fatto che sia nato su quest’isola colonizzata non è estraneo alla volontà che ho sempre avuto di esaminare il Giappone mantenendo una certa distanza dal suo centro.
Per questo ho viaggiato un po’ ovunque nel mondo e, qui in Giappone, ho scelto di vivere a Okinawa e poi qui a Hokkaido. Il « ritorno » a Hokkaido è anche dovuto alla mia età: non sono più molto giovane e ho avvertito un’attrazione per un luogo vicino alla mia terra natale, Obihiro. Non amo Tokyo, ma la centralizzazione generale fa sì che debba recarmici piuttosto spesso (per incontrare gli editori, per partecipare a programmi alla radio o in televisione, ecc. ) così mi organizzo per restare nella capitale il meno possibile.
Le mie giornate in questo modo sono troppo piene e alla fine sono esausto. Così torno a casa mia lamentandomi del fatto che Tokyo sia una città stressante, cosciente tuttavia della mia parte di responsabilità…