IDEE : Ritorno alle origini per Ikezawa

Sono passati quindici anni dal suo romanzo e nel frattempo si è trasferito a Hokkaido. Ha la sensazione che le cose siano cambiate per quest’isola? La sua relazione col potere centrale, il rapporto generale del governo giapponese quanto alla politica regionale?
I. N. : Il Giappone è una nazione in cui tutti i capitali e tutto il sistema finanziario sono concentrati a Tokyo, per cui non mi sembra vi sia alcun cambiamento, mi pare addirittura che la centralizzazione si sia fatta ancora più importante. Per quanto riguarda gli Ainu, credo invece che si assista a un’evoluzione. Per esempio, all’università di Sapporo si è instaurata una « discriminazione positiva» a favore degli studenti Ainu. La creazione di un centro destinato a presentare la loro cultura è in fase di progettazione e spero sia un luogo culturale di qualità, viste le competenze di numerose persone che ci lavorano. È vero tuttavia che le differenze rimangono importanti per quanto riguarda il tenore di vita e il livello degli studi.

Rispetto alla storia del Giappone, Hokkaido è una regione relativamente giovane, ma oggi è quella che ospita la popolazione più anziana. Come mai i giovani vanno via?
I. N. : Si tratta di un problema fondamentale che purtroppo tocca l’insieme del Giappone, non soltanto Hokkaido.

JR Hokkaido moltiplica la soppressione delle linee ferroviarie, cosa ne pensa?
I. N. : La società JR Hokkaido subisce un forte deficit. Dal momento che l’isola è molto vasta e meno popolata rispetto al resto del Giappone, la gestione d’impresa è poco redditizia. Nel 1987, in occasione dello smembramento e della privatizzazione della società nazionale delle ferrovie JNR (Japan National Railways), lo Stato ha versato una dotazione ad ogni società regionale che avrebbe dovuto gestire la nuova impresa grazie ai dividendi ottenuti da quella somma, ma la politica di abbassamento dei tassi d’interesse bancari ha reso impossibile ottenere dei benefici con quegli investimenti. JR Hokkaido si è ritrovata così a corto di fondi, di conseguenza la qualità della manutenzione dei treni è peggiorata, gli incidenti si sono moltiplicati e oggi non si parla d’altro che di soppressione di linee. Eppure nelle nostre società contemporanee, la libera circolazione non è forse uno dei diritti umani fondamentali? Le persone che vengono a vivere qui pensano di poter disporre di stazioni, di treni che circolano. Garantire alla popolazione i mezzi per recarsi al lavoro o a scuola o all’ospedale, non è forse un dovere dello Stato verso i suoi cittadini? L’articolo 25 della Costituzione indica «il diritto di condurre una vita in buona salute e culturalmente ricca ». Anche se per il potere centrale Hokkaido è una terra lontana, per quelli che ci vivono è il centro dell’universo.

Hokkaido sembra essere una location amata dai cineasti. Yamada Yôji, ad esempio, ha girato qui diversi film (Kazoku, Otoko wa tsurai yo, Harukanaru yama no yobigoe, etc.)…
I. N. : Credo che l’isola sia stata scelta perché offre una grande varietà di paesaggi, diversi da quelli delle altre isole giapponesi. Deve essere anche più facile rispetto ad altri luoghi dell’arcipelago ottenere le autorizzazioni per filmare e collaborare con le istituzioni locali. Approfitto del fatto che tocchiate questa questione per segnalare che in Giappone, il sostegno finanziario al cinema, come alla produzione culturale in generale, resta purtroppo uno dei più bassi fra quelli dei Paesi sviluppati. Recentemente, un giovane regista di talento, Damien Odoul, autore di un film in preparazione ispirato ad uno dei miei racconti, «L’uomo che fece ritorno » (Kaettekita otoko), era entusiasta di aver trovato diverse location adatte e incontrato sull’isola persone davvero accoglienti. Odoul, col quale partii in ricognizione a Hokkaido, ha dovuto alla fine rinunciare a filmare certe scene del lungometraggio per mancanza di appoggi finanziari da parte del governo giapponese. In seguito, pare abbia invece raggiunto degli accordi per filmare in Cina…

Intervista realizzata da Corinne Quentin

Nel suo romanzo “Shizukana daichi”, lo scrittore evoca la “colonizzazione” di Hokkaido. / Washio Kazuhiko